giovedì 20 ottobre 2022

Memoria/Futuro: Summer School UCSI. Scuola di giornalismo investigativo Casal di Principe

Nei giorni 14 e 15 Ottobre si è tenuto, presso la Fondazione Real Sito di Carditello, San Tammaro (CE), un convegno sull'importanza del giornalismo investigativo nella realtà contemporanea, in relazione alle mafie del territorio, a cui hanno preso attivamente parte le classi II, III e IV Z del Liceo Segrè, rappresentando l'indirizzo Classico.
L'evento si è svolto in due giornate, suddivise a loro volta in più tavoli, costituiti da un corpo di giornalisti, magistrati e procuratori che si sono adoperati per trattare, con meticolosa cura, gli spicchi della nostra difficile realtà, sensibilizzando noi che siamo i giovani della zona e quindi, per certo, il futuro del paese, a prenderci i nostri spazi ed il nostro diritto di vivere in una terra giusta e accogliente. 

Il magistrato, dott. Antonello Ardituro e il sostituto della Direzione nazionale antimafia, dott. Marco Del Gaudio hanno parlato di libertà di stampa. Anzitutto, cos'è la libertà di stampa? 
È l'esercizio per la libertà in territori in cui la realtà criminale non è stata ancora esorcizzata ed è non solo importante, ma fondamentale per divulgare correttamente tutte quelle notizie che, a volte, si tende a sminuire rispetto all'importanza che hanno davvero. Il primo compito di un giornalista dev'essere dunque l'acquisizione di un dato, la sua elaborazione fino a trarne conclusioni di carattere oggettivo che possano essere divulgate, mettendo a fuoco macro e micro criminalità.
Le associazioni di stampo mafioso sono radicate nelle nostre zone a tal punto che, dice Del Gaudio, moltissimi giovani sono cresciuti in contesto criminale che li permea e li influenza.

Nel secondo tavolo il Presidente Nazionale «UCSI» e giornalista Rai dott. Vincenzo Varagona e il presidente del Comitato «Io sono 141» dott. Nicola Rosetti, che hanno dialogato con Michele Lanna, docente di criminologia del dipartimento di Scienze Politiche dell'Università “Luigi Vanvitelli”, spiegano il ruolo del giornalista che deve necessariamente metterci la faccia, a prescindere dal metodo di indagine.
Il giornalista ha tutto il diritto, oltre che il dovere, di indagare sugli aspetti infimi della realtà paesana per far sì che i cittadini ne prendano consapevolezza grazie alla rete d'informazioni disponibili. 


Nel corso della seconda giornata, il Procuratore D'Alessio, presiedendo il primo tavolo assieme al dott. Luigi Ferraiuolo, direttore della Summer School di giornalismo investigativo, ha spiegato come questa sia una possibilità per le nostre terre di contrastare la mafia e di riacquistare fiducia nello Stato. In particolare (ci si rifà a quanto detto durante la prima sessione) negli ultimi trent’anni vi è stata una presa di consapevolezza da parte dei cittadini che, un tempo, erano più avversi allo stato rispetto alla mafia, poiché vedevano il primo lontano dalla propria realtà; al contrario, le organizzazioni criminali colmavano quel vuoto lasciato dalle istituzioni. Non tutti i cittadini, però, si sono lasciati abbindolare dalle false promesse della mafia: è il caso di Salvatore Nuvoletta, ucciso il 2 Luglio 1982 all'età di vent'anni. È proprio il fratello della vittima, Arturo, ad aprire il secondo tavolo, che denuncia la scarsa considerazione della magistratura per le stesse vittime della camorra donando a tutti i presenti un preziosissimo contributo soprattutto umano, che è poi ciò che più dovrebbe far comprendere l'importanza e la necessità di sradicare i fenomeni di criminalità organizzata dalle nostre realtà.
Importanti interventi sono stati quelli del dott. Salvo Palazzolo, giornalista de "La Repubblica", Mario Morcone, assessore regionale ai beni confiscati della Campania, ed il procuratore nazionale antimafia dott. Giovanni Melillo, con cui gli studenti del Liceo Segrè hanno avuto la possibilità di dibattere, rivolgendo domande quali la regolamentazione dell'attuale situazione mafiosa in Sicilia e quali progressi sono stati fatti fino ad oggi combattendo contro la mafia. 

L'incontro è stato educativo, stimolante ed incoraggiante sia per comprendere le reali dinamiche della zona in cui si vive, che è ancora fortemente radicata alla realtà criminale, sia per poter prendere, attraverso il giornalismo investigativo, la situazione in mano e offrire attraverso l'informazione, la consapevolezza al popolo.
Perché alla libertà di stampa corrisponde inevitabilmente la libertà del popolo, ed è giusto liberarci il più possibile e quanto prima.

Antonella Di Meo,
Maria Grazia Cangiano,
Caterina Diana, IV Z


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