Il 10 febbraio si celebra il Giorno del ricordo ,in memoria delle vittime del terribile massacro delle foibe iniziato nel 1943 ad opera dei partigiani jugoslavi ai danni degli abitanti italiani dell'Istria. Il 10 febbraio 1947 , in seguito alla fine della Seconda guerra mondiale, col trattato di pace di Parigi, la Jugoslavia ottenne i territori dell’Istria, del Quarnaro, di Zara e parte del Friuli Venezia Giulia. Iniziò, da questo momento, una vera e propria rappresaglia feroce che colpì civili italiani, accusati implicitamente di favorire il regime fascista. La storia ci ha consegnato una testimonianza tremenda sul Fascismo, ma ciò non deve giustificare l’uso inaudito della violenza come vendetta nei confronti di uomini e donne, talvolta innocenti, atrocità commesse anche nei riguardi di tanti bambini.Ancora oggi ignoriamo il numero preciso delle persone gettate in questi enormi fossati ,parliamo di centinaia di migliaia di vittime.Oggi sono varie le testimonianze che conosciamo e che ci permettono di ricostruire gli eventi accaduti, come l’atroce toria che dovette affrontare Norma Cossetto,violentata e gettata in una foibe.Per anni si è ritenuto giusto non parlare dell’accaduto per motivi politici e il silenzio ha solo prodotto maggiore dolore. Per comprendere fino in fondo questa orribile tragedia bisogna contestualizzarla con i fatti accaduti prima e dopo al massacro.Nel 2004 il Parlamento italiano ha istituito la giornata del ricordo per il massacro delle foibe e noi tutti siamo tenuti a ricordare quanto accaduto per evitare che tali atrocità possano nuovamente ripetersi nel corso della storia. Il silenzio dei nostri avi ha aumentato ancora di più la gravità degli eventi e quindi oggi, soprattutto per noi giovani, è arrivato il momento di reagire,di fare memoria,perché ti aberrazioni non avvengano mai più.
Anna Iaiunese, IV Z
Ricordi
Io non ricordo dove sono stato tutto questo tempo,
mi ero perso tra le polveri, i detriti.
Attorno a me c’era tanta gente, solo morte, paura.
Le persone avevano gli occhi dilaniati dalle brutture,
le guance bianche e le ossa rotte.
Era un buco nero,
guardavo il vuoto e soffrivo in silenzio
tra lamenti e urla.
Ora ricordo dove sono stato
dove ho perso la mia identità
Come sono arrivato lì.
Che cos’è il ricordo?
Ricordo è dolore, un dolore di speranza.
Francesco D'Anima IVZ
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