mercoledì 15 febbraio 2017

LA COSTITUZIONE DELLA FINZIONE

Anastasia me l’aveva sempre detto: ‘Sii te stessa, non fregartene’ ed io, maledetta testarda, non l’avevo mai ascoltata. Ed è proprio per questo che sono arrivata a questo punto, proprio per non aver avuto il coraggio che l’ha sempre contraddistinta. L’ammiravo tanto per questo e lei ne era consapevole, sapeva che avrei tanto voluto essere come lei e faceva di tutto per proteggermi, proteggermi da tutta la cattiveria, l’ingiustizia che c’è, proteggermi dalla società, dall’orribile mondo in cui si vive.
Però aspetta, forse non ti sto facendo capire abbastanza; devo smetterla ogni volta di parlare come se gli altri sapessero tutto, è sempre stato uno dei miei peggiori difetti. Allora adesso ci provo dai, vedrai che capirai qualcosa in più.
Mi chiamo Maggy, ho 17 anni e, beh, li avrò più o meno per sempre perché, come dire, mi sono arresa, la stanchezza per ciò che mi stava distruggendo ha avuto la meglio, ho perso. Ha fatto in modo che fossi io stessa ad annientarmi: la così alta e quasi vitale considerazione degli altri, giornate in totale solitudine, false amicizie, falsi amori, assenza di sentimenti. Sveglia, scuola, studio, palestra e letto. Ora rileggi queste parole e affronta un altro giorno. Passi giornate ad essere un pagliaccio, a fingere, fingere che vada tutto bene, che tutto si risolva, fingere sorrisi e risate. Ma quando sei solo? Ti ritrovi nella tua piccola e racchiusa stanzetta, dove c’è la tua infanzia, la tua adolescenza e dove hai immaginato infiniti futuri tutti diversi e contorti tra loro. Ma tu dove sei? Non riconosci te stessa in alcuna di quelle immagini. Chi sei? Chi sei diventata? In cosa ti hanno trasformata?  Succede tutto in queste quattro mura: i pensieri che rimbombano nella mente, i cuscini bagnati dalle lacrime, angoscia e solitudine. Ti guardi intorno e vedi semplicemente il vuoto, ti guardi dentro e vedi semplicemente il vuoto, cosa ti sta succedendo?
Vestiti firmati, scarpe di tendenza, chilogrammi di trucco, fumo ed erba. Per strada, a scuola, in piazza, ovunque vedi tante fotocopie, tante maschere tutte uguali tra loro, come se ci fosse questa morbosa paura di ‘essere diversi’, che in fondo è semplice paura di essere se stessi.
Mi piace chiamarla ‘la Costituzione della finzione’, perché sì, è come se si fosse creata una vera e propria costituzione, con delle leggi proprie, dei modelli da seguire assolutamente, senza infrangerli per nessuna ragione.
Entri in questo vortice che ti trasporta e tu, spinto da quella che sostanzialmente è mancanza di coraggio, lo lasci libero di dominarti, fino a quando diventa un enorme e spaventoso mostro contro il quale devi combattere con tutto te stesso, ogni giorno della tua vita.
Come potevo vivere così? Forse avrei potuto combattere ancora un po’, ma probabilmente avevo perso tutti gli spiragli di luce che mi erano rimasti, e ad un certo punto sai cosa resta? Il buio, solo ed esclusivamente buio.
Ma ora voglio farti una domanda: e se, solo per un istante, tu provassi ad essere te stesso? Se provassi a tirare fuori quell’incredibile, unico e spettacolare mondo che hai dentro di te?  Potrebbero sembrarti tante sciocchezze, tante parole lette e rilette, ma chiedo solo una cosa, a te che sei ancora in tempo: ora sei solo, chiudi gli occhi, guardati dentro, per davvero, e domandati se è realmente questo che vuoi, se è realmente questo che sei. Dopo ciò, non avere paura di sbagliare, di sembrare strano, di seguire il tuo istinto, ricorda che è la tua vita e, semplicemente, profondamente, immensamente, vivila come ti pare.
Maria Cristiano, IVZ

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