sabato 10 dicembre 2016

C'è ancora rispetto per la donna? La piaga del femminicidio


Il giorno del 25 novembre dal 1999 si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per discutere su questo tema di grande attualità con dibattiti, riflessioni, testimonianze reali e letterarie.
Il Liceo Emilio Gino Segrè non si è mai mostrato indifferente dinanzi ai cancri della società, quelli che portano gli esseri umani a compiere azioni spregevoli, quelli che inculcano nella mente di noi uomini, donne e bambini l'irragionevole pretesa di poter assumere un senso di superiorità o di possesso nei confronti di un altro essere umano. In questa giornata dedicata alla violenza sulle donne, gli alunni hanno voluto denunciare questo fenomeno ormai fin troppo diffuso attraverso la sensibilizzazione, riunendosi in attività inerenti all'argomento del giorno.
L'aula magna del liceo ha accolto un incontro tra alcune classi con l'associazione Albarosa, rappresentata dai volti di Mimma Tonziello, Elisabetta Corvino e Melania Corvino. Con la partecipazione del capitano dei carabinieri Simone Calabrò e il maresciallo Rocco Perrone.
Certamente i tempi della "donna angelo" omaggiata dall'uomo medioevale, donna che "con il solo saluto salvava gli animi degli uomini" sono lontanissimi dalla nostra realtà, non solo per la cronologia...
Infatti sono sempre più frequenti nel nostro tempo i casi di violenza fisica e psicologica sulle donne, vittime di amori folli scaturiti da un forte senso di "possesso" da parte dell'uomo che può scatenare in lui l'idea dell'omicidio. Spesso, dunque, la donna vive una situazione ambivalente, odiata ma allo stesso tempo amata come la Lesbia di Catullo; pur comprendendo razionalmente questa situazione, molte donne preferiscono nascondere i segni di queste violenze, poiché non hanno la forza di denunciare e di rivendicare i propri diritti.
Per rappresentare la condizione della donna, l'artista Guadagnuolo, in occasione della giornata internazionale contro il femminicidio, ha realizzato una statua che ritrae la donna come un manichino senza braccia, con un teschio che indica il suo destino segnato e con un paio di scarpe rosse, simbolo del sangue versato. Questa statua girerà per tutta l'Italia portando con sé un grande invito: quello di rispettare sempre le donne.
Tuttavia, si spera che, grazie al progresso, alla cultura e all'affettività, il ruolo della donna venga valorizzato non solo in campo lavorativo, ma anche in campo affettivo.


                                                                                                          Introduzione Maria Iorio
                                                                                                                Fabiana Cantiello
Anime di ghiaccio

Sudice mani,
ancora e ancora distruggono
e creano,creano abissi,
che anche il cuore più profondo
riescono a toccare...quello di una donna
...e quella candida e rosea pelle,
così chiara,così pura,
riesce a diventare quadro di vili anime.

Uomini che mancano di pensiero,ragione e sentimento,
che non riuscendo a colorare un viso di rosso,
con un semplice complimento,
arrivano al viola tumefatto,
con fitti e taglienti tormenti,
fino a scolorirlo,spegnerlo.

Fino a spegnere la luce propria
che splende in ogni donna
e la fiamma che arde in ogni cuore...
non lasciando altro...altro che anime di ghiaccio.

                                                                                                              Maria Rosaria Di Bona 
Le Donne.

Le Donne son muse ispiratrici .
Le Donne chiedono vendetta.
Le Donne cercano amore .

La Donna é uragano .
La Donna é guerra.
La Donna é forza .

Le Donne fan paura agli uomini .
Li fan temere .
Perchè volerle manipolare ?
Perché maltrattarle ?
Perché ucciderle ?
Perché fan paura .
Perché Le Donne pretendono rispetto.
Perché la Donna é determinazione .

Alle Donne che riescono ad aprir gli occhi.
Alle Donne che non trovano pace .
Alle Donne che soffrono .
Alle Donne che amano.

                                                                                                                             Assunta Basile

Scacco  matto

Vago ancor sofferente per quella casa
fredda,tenebrosa, infernale.
Ancor nella mente riaffiorano crudeli:
il viola del mio corpo
che prima con amor sano sfiorava,
sulla pelle quei dolori
      
intensi, forti, laceranti,
nelle mie orecchie l'eco della sua voce e ancor tremo.

Vago ancor sofferente per quella casa 

e più di lame tagliano e feriscono 
la mia pelle arcobaleno 
questi ricordi seppur solo sfiorandola. 

Brusche e stonate erano 
le note di quel mio pianto silenzioso.

Lente e scottanti 
quelle lacrime che 
come il continuo corrodere delle onde 
hanno solcato il viso mio felice.

fredda, rigida, nera 
quella maschera che il viso mio bombardato 
copriva.

Maschera che sulle mie ferite si posava 
quasi per convicer me che 
fosse tutto un gioco. 
Una partita a schacchi

Era solo un giocatore a giocare.
<<Scacco matto>>
ancora, ancora e poi... 
Eccomi qui.
Una Beatrice nostalgica del suo Dante 
con la sua veste bianca e un paio di candide ali
per ricominciare finalmente a volare. 


                                                                                                                            Raffaella Cecoro


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