venerdì 2 dicembre 2016

“BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” DI ALESSANDRO D’AVENIA



“Bianca come il latte, rossa come il sangue” è il romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia, giovane scrittore palermitano, dal quale è stato tratto anche il film di Giacomo Campiotti nel 2013.
Leonardo, chiamato da tutti Leo, è un sedicenne che ama il calcetto, la musica, chiacchierare con Niko e Silvia che sono i suoi migliori amici, e soprattutto ama Beatrice.
Leo si sente come un leone, ma ha paura di una cosa: il bianco. Egli, infatti, associa un colore ad ogni emozione, e per Leo il bianco è il nulla, come il silenzio: passare una notte in bianco, andare in bianco, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco; sono cose che proprio non sopporta! Il colore che invece ama è il rosso, il colore dell’amore e… dei capelli di Beatrice. Un giorno a scuola arriva il supplente di storia e filosofia, soprannominato dagli alunni il “Sognatore” per la sua visione della vita. Egli, infatti, spiegando filosofia attraverso storie tratte dal libro “Le mille e una notte”, incita i ragazzi a vivere pienamente la vita e a trovare il loro sogno. Leo inizia a cercare il suo sogno e lo trova proprio in Beatrice. Ma purtroppo la vita gli gioca un brutto scherzo: Beatrice infatti, si ammala di leucemia (che dal greco significa “sangue bianco”). Sembra allora che il destino voglia andare contro Leo, perché il sangue è rosso, non bianco. Inizia, quindi, per lui un nuovo cammino, e il bianco che lo spaventa tanto, in un primo momento gli farà perdere la voglia di andare avanti, ma poi lo farà maturare, facendogli capire che non bisogna fermarsi al primo ostacolo, ma che bisogna avere il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Il romanzo è scritto in prima persona da Leo, il protagonista. È scritto in un linguaggio semplice, in forma colloquiale. Più che un romanzo, sembra infatti il monologo di Leonardo che racconta tutti i passi della sua adolescenza. Ogni personaggio ha un carattere preciso, e Alessandro D’Avenia è stato in grado di farmi immedesimare in ognuno di essi. Silvia, è l’amica perfetta, sempre pronta ad aiutarti, ma è anche quella che ama in silenzio e non rivela il suo amore per non perdere la persona che ama. Beatrice, ha i capelli di un rosso vivo, e gli occhi verdi. Affronta la sua malattia serenamente, è il personaggio che mi è piaciuto di più, che più mi ha dato forza. Grazie a Beatrice ho capito che bisogna affrontare con un sorriso tutte le difficoltà che la vita chi presenta. Poi c’è Niko, l’amico di avventure, e infine il “Sognatore”, un professore che adora il suo lavoro e i suoi alunni, sempre pronto a consigliarli; un professore davvero speciale. Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo: mi ha fatto sorridere e tantissime volte mi ha anche emozionato. È adatto a ragazzi come me, poiché tratta dell’adolescenza; ed è anche un libro che a mio parere può dare forza a tutti coloro che soffrono di leucemia, malattia che spezza sempre più spesso la vita a giovani ragazzi.
Una frase di Eraclito, noto filosofo greco, citata nel libro dal “Sognatore” mi ha colpita particolarmente: “A colui che attende giunge ciò che attendeva, ma a chi spera capita ciò che non sperava”.





Ilaria Ardente


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