giovedì 19 maggio 2016

Uccisi per errore: presi gli assassini

Il 26 febbraio del 1992 a Casapesenna (Caserta),alle 20:30 furono barbaramente trucidati: Pasquale Pagano, commerciante di 36 anni e suo zio Paolo Coviello, collaboratore scolastico di 63 anni, scambiati dai killer per il vero obiettivo in quanto viaggiavano su una Clio uguale a quella delle vittime designate. L’auto era dello stesso tipo e dello stesso colore di quella che usava Alfredo Zara che avrebbe dovuto essere in compagnia di Domenico Frascogna. I due, affiliati alla fazione Schiavone, qualche giorno prima avevano tentato di uccidere un elemento di spicco della fazione opposta: Pietro Paolo Venosa, fratello del capo del gruppo rivale Raffaele Venosa. I killer - cinque in tutto - non diedero scampo ai due innocenti: spararono numerosi colpi d'arma da fuoco con un kalashnikov, un fucile di grosso calibro e tre pistole. A queste conclusioni si è arrivati dopo ventitré anni grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Così la mattina del  27 maggio 2015 i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe, hanno assicurato alla giustizia i killer del duplice omicidio eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due affiliati al clan dei Casalesi della fazione Venosa. I militari dell'arma hanno rintracciato e arrestato Raffaele Venosa ritenuto il reggente della fazione Venosa del clan dei Casalesi. La seconda ordinanza di custodia è stata notificata nel carcere di Rossano Calabro a Francesco Carannante.  Nella stessa giornata e precisamente alle sei del mattino il telefono ha squillato in casa Pagano; ha risposto la vedova di Pasquale e dopo tanti anni passati a porsi domande è esplosa in un pianto liberatorio: le hanno comunicato che sono stati arrestati gli esecutori del duplice omicidio. Alla telefonata hanno assistito anche le figlie: Romina e Rossana che all’epoca avevano rispettivamente cinque e nove anni. Romina ascoltando il pianto della madre istintivamente con il suo smartphone si ritrova sul sito di un giornale online e vede il video dell’episodio accaduto anni prima: resta impietrita. Oggi assieme ai cugini Giuseppe (45 anni) ed Eufrasia (46anni) figli di Paolo, ci raccontano nell’Aula Magna del Liceo scientifico Segrè quella che è stata la loro vita dal 1992 al 2015: una vita piena di tanti perché e domande senza risposte. Lo fanno come solo i familiari di due vittime innocenti di camorra lo possono fare, con commozione e con orgoglio, finalmente i loro amati genitori sono stati liberati da quella cappa infamante che li ha avvolti per oltre un ventennio e agli occhi della gente sono stati ripresentati per quello che realmente erano: due persone oneste, che amavano il loro lavoro, le loro famiglie e che riempivano di amorevoli cure i figli. Ascoltando Romina avviene una cosa incredibile, le parole si trasformano in immagini: vediamo Pasquale che  invita i meno fortunati a pranzare con la sua famiglia, lo vediamo mentre ancora piccola la stringe a sé e la riempie di attenzioni e per andare con il cugino la lascia con la sorella più grande a casa. Successivamente li vediamo avvicinarsi al luogo dell’agguato e scorgiamo il “palo” che dà il segnale con l’accendino, vediamo l’auto avvicinarsi al ponte ed improvvisamente ascoltiamo il frastuono dei proiettili esplosi; improvvisamente il silenzio…….poi alcuni colpi isolati…l’orrore si è consumato. Quando arrivano i soccorsi anche noi riconosciamo dal braccio a penzoloni che fuoriesce dall’auto la manica del giubbotto di Pasquale…..li accompagniamo in ospedale…..attendiamo speranzosi ma dopo alcune ore dobbiamo desistere oramai si trovano in un luogo migliore. Con noi resta solo il loro ricordo, le loro buone azioni, i loro insegnamenti e chi, degnamente, ce li sta presentando. La rappresentazione dell’assurdo e dell’orrore si è conclusa, abbiamo lasciato l’incubo alle nostre spalle, ma con forza gridiamo……..fatelo anche voi!!!, girate le spalle a tutti coloro che vogliono infangare la nostra terra, che vogliono depredarla, che vogliono privarci delle nostre libertà, dei nostri sogni e della speranza di un futuro migliore in cui i tanti Venosa, Zara, Frascogna, Carannante e chi come loro, sia solo un pallido, sbiadito ricordo.

La redazione giornalistica dell' ITE Carli

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