Il 26 febbraio del 1992 a
Casapesenna (Caserta),alle 20:30 furono barbaramente trucidati: Pasquale
Pagano, commerciante di 36 anni e suo zio Paolo Coviello, collaboratore
scolastico di 63 anni, scambiati dai killer per il vero obiettivo in quanto
viaggiavano su una Clio uguale a quella delle vittime designate. L’auto era
dello stesso tipo e dello stesso colore di quella che usava Alfredo Zara che
avrebbe dovuto essere in compagnia di Domenico Frascogna. I due, affiliati alla
fazione Schiavone, qualche giorno prima avevano tentato di uccidere un elemento
di spicco della fazione opposta: Pietro Paolo Venosa, fratello del capo del
gruppo rivale Raffaele Venosa. I killer - cinque in tutto - non diedero scampo
ai due innocenti: spararono numerosi colpi d'arma da fuoco con un kalashnikov,
un fucile di grosso calibro e tre pistole. A queste conclusioni si è arrivati
dopo ventitré anni grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di
giustizia. Così la mattina del 27 maggio
2015 i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe,
hanno assicurato alla giustizia i killer del duplice omicidio eseguendo
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due affiliati al clan dei
Casalesi della fazione Venosa. I militari dell'arma hanno rintracciato e
arrestato Raffaele Venosa ritenuto il reggente della fazione Venosa del clan
dei Casalesi. La seconda ordinanza di custodia è stata notificata nel carcere di
Rossano Calabro a Francesco Carannante.
Nella stessa giornata e precisamente alle sei del mattino il telefono ha
squillato in casa Pagano; ha risposto la vedova di Pasquale e dopo tanti anni
passati a porsi domande è esplosa in un pianto liberatorio: le hanno comunicato
che sono stati arrestati gli esecutori del duplice omicidio. Alla telefonata
hanno assistito anche le figlie: Romina e Rossana che all’epoca avevano
rispettivamente cinque e nove anni. Romina ascoltando il pianto della madre
istintivamente con il suo smartphone si ritrova sul sito di un giornale online
e vede il video dell’episodio accaduto anni prima: resta impietrita. Oggi
assieme ai cugini Giuseppe (45 anni) ed Eufrasia (46anni) figli di Paolo, ci
raccontano nell’Aula Magna del Liceo scientifico Segrè quella che è stata la
loro vita dal 1992 al 2015: una vita piena di tanti perché e domande senza risposte.
Lo fanno come solo i familiari di due vittime innocenti di camorra lo possono
fare, con commozione e con orgoglio, finalmente i loro amati genitori sono
stati liberati da quella cappa infamante che li ha avvolti per oltre un
ventennio e agli occhi della gente sono stati ripresentati per quello che
realmente erano: due persone oneste, che amavano il loro lavoro, le loro
famiglie e che riempivano di amorevoli cure i figli. Ascoltando Romina avviene
una cosa incredibile, le parole si trasformano in immagini: vediamo Pasquale
che invita i meno fortunati a pranzare
con la sua famiglia, lo vediamo mentre ancora piccola la stringe a sé e la
riempie di attenzioni e per andare con il cugino la lascia con la sorella più
grande a casa. Successivamente li vediamo avvicinarsi al luogo dell’agguato e
scorgiamo il “palo” che dà il segnale con l’accendino, vediamo l’auto
avvicinarsi al ponte ed improvvisamente ascoltiamo il frastuono dei proiettili
esplosi; improvvisamente il silenzio…….poi alcuni colpi isolati…l’orrore si è consumato.
Quando arrivano i soccorsi anche noi riconosciamo dal braccio a penzoloni che
fuoriesce dall’auto la manica del giubbotto di Pasquale…..li accompagniamo in
ospedale…..attendiamo speranzosi ma dopo alcune ore dobbiamo desistere oramai
si trovano in un luogo migliore. Con noi resta solo il loro ricordo, le loro
buone azioni, i loro insegnamenti e chi, degnamente, ce li sta presentando. La
rappresentazione dell’assurdo e dell’orrore si è conclusa, abbiamo lasciato
l’incubo alle nostre spalle, ma con forza gridiamo……..fatelo anche voi!!!,
girate le spalle a tutti coloro che vogliono infangare la nostra terra, che
vogliono depredarla, che vogliono privarci delle nostre libertà, dei nostri
sogni e della speranza di un futuro migliore in cui i tanti Venosa, Zara,
Frascogna, Carannante e chi come loro, sia solo un pallido, sbiadito ricordo.
La redazione giornalistica dell' ITE Carli
La redazione giornalistica dell' ITE Carli
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