Lo spettacolo ha toccato tematiche scottanti come il rapporto tra genitori e figli, egregiamente rappresentato dalla storia di San Francesco d'Assisi; la droga ;il bullismo; la Shoah , attraverso la lettura di una significativa ed emozionante lettera scritta da un giovane ebreo deportato in un campo di concentramento nazista. La lettera è stata letta con un sottofondo musicale che ha attirato tutti noi e che ci ha catapultato in quei tempi, quando l'odio e il razzismo erano all'ordine del giorno. Quello che ho notato è che tutti i nostri occhi erano puntati direttamente verso il 'palco' quando i due attori, nella scena in cui cominciano a raccontare le loro esperienze, hanno evidenziato le storie che li hanno segnati e che li hanno portati poi ad intraprendere la carriera teatrale. L'insegnamento che ci è stato trasmesso è quello di essere chiari e di non chiuderci in noi stessi, quando abbiamo un problema; che l'importante è saper distinguere chi ci vuole bene da chi finge di volercene; che dobbiamo essere sempre attenti a non abbandonare le persone in difficoltà, anzi è bene rompere quella corazza che le avvolge perché , in ognuno di noi c'è una persona che chiede aiuto, e spesso anche solo un tenero abbraccio può farci sentire meno soli.
La manifestazione ha avuto un grande valore formativo ,la performance teatrale, che consente di partecipare fisicamente ed emotivamente all’azione, ha reso più accattivanti per noi ragazzi argomenti di attualità o storici che risultano più difficili da comprendere attraverso la lettura di un testo scritto.
Rosalia Di Lauro
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