Per la gioia di voi, miei
amati quattro lettori,questa volta, invece, ho l’onore di scrivere per
rendervi partecipi di un evento particolare che ha coinvolto la nostra
redazione.
Come molti di voi avranno già intuito sto per iniziare uno
sproloquio su Alboscuole 2015: il più importante evento italiano dedicato al
giornalismo scolastico, in tutte le sue forme e sfaccettature.
Per il nostro “neo giornale” questo è il secondo anno di
partecipazione alla manifestazione. Nel 2014 ebbi la gioia e la possibilità di
fare una cronaca passo per passo dell’evento e posso dire che fummo tutti entusiasti
dell’esperienza. Venire selezionati per la seconda volta tra i mille mila
giornali scolastici italiani invece era una cosa ben lungi da ogni mia più
rosea aspettativa.
La nostra avventura con l’ “Oscar del giornalismo” parte
da molto lontano, sembra passato un secolo dalla fondazione della nostra
redazione: un gruppo di ragazzi senza pretese, col solo obiettivo di “dare un
scossa” al liceo e di mettere gli eventi alla luce di un nuova prospettiva.
Ricordo ancora il momento di shock quando fui informata
dalla professoressa Ferraiuolo che il concorso cui avevamo partecipato quasi
per gioco, riuscendo a stento a trasformare
in copie cartacee il nostro blog , era stato superato. Se per noi
Alboscuole 2014 è stato il momento del riscatto da tutto il fardello che come
abitanti di questo paese portiamo sulle spalle, la notizia della ri-candidatura
ha dato nuova carica a me e al resto dei
membri della redazione per prepararci nel miglior modo possibile all’evento.
L’evento era previsto i giorni 21,22,23 aprile e, come al solito, si è tenuto nel piccolo
comune di Chianciano Terme, luogo sconosciuto alla massa, situato da qualche
parte vicino Siena, e ha interessato oltre 100 scuole selezionate tra le quasi
3.000 partecipanti.
Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di partecipare in
maniera “completa” alle varie attività della manifestazione, riuscendo a
raggiungere Chianciano con un giorno di anticipo.
Il nostro gruppo era composto da cinque membri della
Redazione-un saluto speciale va ai nostri colleghi rimasti a casa-la nostra
prof. referente Simona Ferraiuolo e famiglia. Special guests del viaggio soni
stati i piccoli Carlo e Vincenzo, eletti mascotte di Ischool, senza di loro non
sarebbe stato lo stesso.
A dare inizio ufficialmente alla giornata del 22 è stato
il discorso tenuto da Ettore Cristiani, ”pater familias” di Alboscuole che, con
mia somma gioia, ha trattato temi di attualità scolastica con opportuni e
critici riferimenti alla riforma “ la buona
SCUOLA”.
Successivamente gli ospiti della mattinata hanno saputo
tenere alta l’attenzione di noi ragazzi, proponendo un metodo di apprendimento
del tutto diverso dalla normale lezione scolastica stereotipata.
“Impara
l’arte e mettila da parte” , Mister Lui
ha esordito sul palco con questo
detto-sicuramente conosciuto da tutti voi che leggete - e ne ha saputo dare
un’interpretazione del tutto singolare e personale ,infarcendo il discorso di sketch,
mimica e comicità gratuita, facendo riferimento alle sue passioni di ragazzo e
a come sia riuscito a trasformare queste nel suo attuale lavoro. Ha cercato,
inoltre, di trasmetterci parte delle sue conoscenze nel campo della comunicazione
di massa e delle tecniche narrative, ma soprattutto ha cercato di farci capire
l’importanza della competenza e della scelta lavorativa. Ci ha insegnato che bisogna sempre guardare
oltre la cornice comune, perché ogni piccola passione è determinante nella nostra crescita
formativa.
“Se scegli un lavoro
che ami, non lavorerai un solo giorno della tua vita”
Successivamente era in programma l’intervento di un
giornalista della testata“Il Messaggero” di Roma.
Nel momento in cui Alessandro Di Liegro ha preso la
parola, il livello di interesse della platea è schizzato alle stelle. Se vi
state chiedendo il perché,la risposta è semplice: vedevamo davanti a noi un
uomo che amava il proprio lavoro e
riusciva a trasmetterci tutta la sua passione.
Il giornalista Di Liegro ha fin da subito instaurato un
dibattito a 360 gradi con noi ragazzi che eravamo liberi di intervenire e porre
ogni tipo di domanda. Non si è limitato ad illustrare mere tecniche
giornalistiche-regola delle 5 W , metodi di impaginazione o altro- come ogni
altro professionista avrebbe potuto fare, il suo è stato un discorso dal valore
molto più formativo, un vero e proprio spaccato di vita motivazionale.
“Tanti
fanno i giornalisti”, dice Di Liegro, ma “pochi lo sono davvero”,
perché, in questo preciso momento storico, le coordinate dell’informazione di
massa sono state totalmente stravolte dall’avvento di Internet. Si sta perdendo
il vero significato del fare giornalismo,infatti non contano più le copie
vendute, ma il numero di “click” in una giornata. Il fenomeno del click-baiting
( ricerca di “mi piace” facili) promuove
la diffusione di notizie false, che portano il lettore a straniarsi da quella
che è la realtà politica o sociale che vive.
“Giornalista
non si diventa, giornalista si è”, perché essere giornalisti non significa indossare
un bel completo gessato e battere quattro parole senza nerbo – come sempre più
spesso accade- per ricevere apprezzamento. Il vero giornalista è colui che, sul
campo di battaglia, mette in gioco se stesso ogni giorno, scavando tra la
polvere per andare oltre tutte le belle
facciate costruite. Ma prima ancora,
essere giornalisti significa indagare, per
poter informare nel migliore dei modi il prossimo, per amore della verità.
La situazione in Italia è drammatica. La libertà di stampa
e di espressione è limitata al 60%, questo significa che i giornalisti non
possono fare il proprio lavoro liberamente e, di conseguenza, la diffusione di
notizie è filtrata dalle ideologie, dai media, dalle associazioni di potere.
Tanti i nomi di giornalisti come Walter Tobagi, Anna Politkovskaya, Marie Colvin, e la redazione di
Charlie Hebdo che“hanno dato fastidio” hanno avuto il coraggio di parlare, di
scuotere le coscienze e per questo sono stati barbaramente uccisi. Nel 2014
sono stati 118 giornalisti a perdere la vita per amore della verità e tanti
ancora sono tenuti prigionieri o messi in condizione di non poter scrivere.
“Non sei un vero giornalista finchè non ricevila tua prima
querela” ci ha detto scherzando, con un velo di
amarezza.
Diffondere notizie vere è pericoloso, perché un popolo
male informato o poco istruito rappresenta un paese più facilmente
controllabile. Ci dobbiamo veramente sorprendere quando un articolo sul vip di
turno ha un milione di visualizzazioni e di 700 profughi non ha il coraggio di
parlare nessuno?
Di Liegro ci ha fatto capire che chi decide di
intraprendere questa strada si sottopone ad un imperativo categorico costante,
per un lavoro che richiede dedizione e sacrificio. E questo non è un discorso
generale rivolto ad una singola professione: credo che ognuno di noi abbia il
preciso dovere di non gettare via il paraocchi del buonismo e del relativismo
generalizzato.
L’ansia ha iniziato a farsi sentire nel
pomeriggio, durante la cerimonia di consegna degli Oscar, quando man mano venivano
annunciati dallo speaker i nomi delle
varie redazioni premiate.
Credo di aver perso un battito quando il
nome di Ischool è risuonato chiaro e forte per tutta la sala come vincitore
primo posto per la categoria “Creatività”
tra quasi 3.000 giornali scolastici. Una vittoria sudata per noi tutti
membri della redazione, un momento significativo per tutto il Liceo Segrè , un
premio che dedico a chi continua ogni giorno a
sostenerci.
Questo per Ischool è stato un anno proficuo, ricco di
iniziative e progetti, e anche se la scuola non
è ancora terminata possiamo dire di aver tenuto fede ai nostri principi
basilari: quello di informare ,criticare,partecipare , e perché no, divertirci .
Il nostro punto di forza sta nella
parola che ho usato per presentare il giornale durante la premiazione:
l’autonomia. Non essere finanziati da
alcun progetto PON ad alcuni sembrerà uno svantaggio, ma è la nostra matrice
primaria, perché ci “costringe “a ingegnarci in tutti i modi per poter
pubblicare.
La vittoria di Alboscuole 2015,mi sembra
superfluo dirlo,non rappresenta di certo un punto d’arrivo, ma l’inizio di
qualcosa che spero riuscirà a crescere sempre di più nei prossimi anni. Ci ha
dato la possibilità di metterci a confronto con una realtà diversa dalla nostra
e scambiare informazioni con altre redazioni d’Italia.
Questo viaggio ha rappresentato molto
più che una semplice premiazione, ma ci ha resi ancora più combattivi ed
energici riuscendo a mettere in gioco le coscienze di tutti . Ed è nel segno
dell’umiltà e carichi di energie nuove che ci ritroverete come al solito a darvi fastidio nei corridoi del liceo.
Quindi tenetevi pronti.
iSchool torna alla riscossa!
Fabiola Castaldo
Ci manca la foto del Presidente e questa è una grave mancanza :-) Un abbraccio ragazzi e sempre in gamba!!
RispondiEliminaCome ho potuto dimenticare la foto col grande capo! Tutta la redazione la ringrazia e ricambia l'abbraccio. Ci - speriamo - rivediamo il prossimo anno! ♡
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