mercoledì 29 aprile 2015

Cronache di una redazione: Alboscuole 2015

 E’ un po’ di tempo che,quando scrivo per il giornale,mi ritrovo a dover trattare tematiche negative, lontane sono la gioia e l’allegria, un po’ perché per mia natura ho una predilezione per il dramma, un po’ per via della deformazione professionale da “pseudogiornalista-in erba-sfigato”,che mi porta ad essere fastidiosamente critica su tutto quello che mi circonda.
Per la gioia di voi, miei  amati quattro lettori,questa volta, invece, ho l’onore di scrivere per rendervi partecipi di un evento particolare che ha coinvolto la nostra redazione.
Come molti di voi avranno già intuito sto per iniziare uno sproloquio su Alboscuole 2015: il più importante evento italiano dedicato al giornalismo scolastico, in tutte le sue forme e sfaccettature.
Per il nostro “neo giornale” questo è il secondo anno di partecipazione alla manifestazione. Nel 2014 ebbi la gioia e la possibilità di fare una cronaca passo per passo dell’evento e posso dire che fummo tutti entusiasti dell’esperienza. Venire selezionati per la seconda volta tra i mille mila giornali scolastici italiani invece era una cosa ben lungi da ogni mia più rosea aspettativa.
La nostra avventura con l’ “Oscar del giornalismo” parte da molto lontano, sembra passato un secolo dalla fondazione della nostra redazione: un gruppo di ragazzi senza pretese, col solo obiettivo di “dare un scossa” al liceo e di mettere gli eventi alla luce di un nuova prospettiva.
Ricordo ancora il momento di shock quando fui informata dalla professoressa Ferraiuolo che il concorso cui avevamo partecipato quasi per gioco, riuscendo a stento a trasformare  in copie cartacee il nostro blog , era stato superato. Se per noi Alboscuole 2014 è stato il momento del riscatto da tutto il fardello che come abitanti di questo paese portiamo sulle spalle, la notizia della ri-candidatura ha dato nuova  carica a me e al resto dei membri della redazione per prepararci nel miglior modo possibile all’evento.
L’evento era previsto i giorni 21,22,23 aprile  e, come al solito, si è tenuto nel piccolo comune di Chianciano Terme, luogo sconosciuto alla massa, situato da qualche parte vicino Siena, e ha interessato oltre 100 scuole selezionate tra le quasi 3.000 partecipanti.
Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di partecipare in maniera “completa” alle varie attività della manifestazione, riuscendo a raggiungere Chianciano con un giorno di anticipo.
Il nostro gruppo era composto da cinque membri della Redazione-un saluto speciale va ai nostri colleghi rimasti a casa-la nostra prof. referente Simona Ferraiuolo e famiglia. Special guests del viaggio soni stati i piccoli Carlo e Vincenzo, eletti mascotte di Ischool, senza di loro non sarebbe stato lo stesso.
A dare inizio ufficialmente alla giornata del 22 è stato il discorso tenuto da Ettore Cristiani, ”pater familias” di Alboscuole che, con mia somma gioia, ha trattato temi di attualità scolastica con opportuni e critici riferimenti alla  riforma “ la buona SCUOLA”.
Successivamente gli ospiti della mattinata hanno saputo tenere alta l’attenzione di noi ragazzi, proponendo un metodo di apprendimento del tutto diverso dalla normale lezione scolastica stereotipata.

“Impara l’arte e mettila da parte” , Mister Lui  ha esordito sul  palco con questo detto-sicuramente conosciuto da tutti voi che leggete - e ne ha saputo dare un’interpretazione del tutto singolare e  personale ,infarcendo il discorso di sketch, mimica e comicità gratuita, facendo riferimento alle sue passioni di ragazzo e a come sia riuscito a trasformare queste nel suo attuale lavoro. Ha cercato, inoltre, di trasmetterci parte delle sue conoscenze nel campo della comunicazione di massa e delle tecniche narrative, ma soprattutto ha cercato di farci capire l’importanza della competenza e della scelta lavorativa.  Ci ha insegnato che bisogna sempre guardare oltre la cornice comune, perché ogni piccola passione  è determinante nella nostra crescita formativa.
Il suo motto?

“Se scegli un lavoro che ami, non lavorerai un solo giorno della tua vita”

Successivamente era in programma l’intervento di un giornalista della testata“Il Messaggero” di Roma.
Nel momento in cui Alessandro Di Liegro ha preso la parola, il livello di interesse della platea è schizzato alle stelle. Se vi state chiedendo il perché,la risposta è semplice: vedevamo davanti a noi un uomo che amava il proprio lavoro  e riusciva a trasmetterci tutta la sua passione.
Il giornalista Di Liegro ha fin da subito instaurato un dibattito a 360 gradi con noi ragazzi che eravamo liberi di intervenire e porre ogni tipo di domanda. Non si è limitato ad illustrare mere tecniche giornalistiche-regola delle 5 W , metodi di impaginazione o altro- come ogni altro professionista avrebbe potuto fare, il suo è stato un discorso dal valore molto più formativo, un vero e proprio spaccato di vita motivazionale.

“Tanti fanno i giornalisti”, dice Di Liegro, ma “pochi lo sono  davvero”, perché, in questo preciso momento storico, le coordinate dell’informazione di massa sono state totalmente stravolte dall’avvento di Internet. Si sta perdendo il vero significato del fare giornalismo,infatti non contano più le copie vendute, ma il numero di “click” in una giornata. Il fenomeno del click-baiting ( ricerca di “mi piace” facili)  promuove la diffusione di notizie false, che portano il lettore a straniarsi da quella che è la realtà politica o sociale che vive.
“Giornalista non si diventa, giornalista si è”, perché essere giornalisti non significa indossare un bel completo gessato e battere quattro parole senza nerbo – come sempre più spesso accade- per ricevere apprezzamento. Il vero giornalista è colui che, sul campo di battaglia, mette in gioco se stesso ogni giorno, scavando tra la polvere per  andare oltre tutte le belle facciate costruite. Ma  prima ancora, essere giornalisti significa  indagare, per poter informare nel migliore dei modi il prossimo, per amore della verità.
La situazione in Italia è drammatica. La libertà di stampa e di espressione è limitata al 60%, questo significa che i giornalisti non possono fare il proprio lavoro liberamente e, di conseguenza, la diffusione di notizie è filtrata dalle ideologie, dai media, dalle associazioni di potere.

Tanti i nomi di giornalisti come Walter Tobagi, Anna Politkovskaya, Marie Colvin, e la redazione di Charlie Hebdo che“hanno dato fastidio” hanno avuto il coraggio di parlare, di scuotere le coscienze e per questo sono stati barbaramente uccisi. Nel 2014 sono stati 118 giornalisti a perdere la vita per amore della verità e tanti ancora sono tenuti prigionieri o messi in condizione di non poter scrivere.
“Non sei un vero giornalista finchè non ricevila tua prima querela” ci ha detto scherzando, con un velo di amarezza.

Diffondere notizie vere è pericoloso, perché un popolo male informato o poco istruito rappresenta un paese più facilmente controllabile. Ci dobbiamo veramente sorprendere quando un articolo sul vip di turno ha un milione di visualizzazioni e di 700 profughi non ha il coraggio di parlare nessuno?

Di Liegro ci ha fatto capire che chi decide di intraprendere questa strada si sottopone ad un imperativo categorico costante, per un lavoro che richiede dedizione e sacrificio. E questo non è un discorso generale rivolto ad una singola professione: credo che ognuno di noi abbia il preciso dovere di non gettare via il paraocchi del buonismo e del relativismo generalizzato. 

L’ansia ha iniziato a farsi sentire nel pomeriggio, durante la cerimonia di consegna degli Oscar, quando man mano venivano annunciati dallo speaker  i nomi delle varie redazioni premiate.
Credo di aver perso un battito quando il nome di Ischool è risuonato chiaro e forte per tutta la sala come  vincitore primo posto per la categoria “Creatività” tra quasi 3.000 giornali scolastici. Una vittoria sudata per noi tutti membri della redazione, un momento significativo per tutto il Liceo Segrè , un premio che dedico a chi continua ogni giorno a  sostenerci.
Questo per Ischool è stato un anno proficuo, ricco di iniziative e progetti, e anche se la scuola non  è ancora terminata possiamo dire di aver tenuto fede ai nostri principi basilari: quello di informare ,criticare,partecipare , e perché no, divertirci .
Il nostro punto di forza sta nella parola che ho usato per presentare il giornale durante la premiazione: l’autonomia.  Non essere finanziati da alcun progetto PON ad alcuni sembrerà uno svantaggio, ma è la nostra matrice primaria, perché ci “costringe “a ingegnarci in tutti i modi per poter pubblicare.
La vittoria di Alboscuole 2015,mi sembra superfluo dirlo,non rappresenta di certo un punto d’arrivo, ma l’inizio di qualcosa che spero riuscirà a crescere sempre di più nei prossimi anni. Ci ha dato la possibilità di metterci a confronto con una realtà diversa dalla nostra e scambiare informazioni con altre redazioni d’Italia.
Questo viaggio ha rappresentato molto più che una semplice premiazione, ma ci ha resi ancora più combattivi ed energici riuscendo a mettere in gioco le coscienze di tutti . Ed è nel segno dell’umiltà e carichi di energie nuove che ci ritroverete come al solito  a darvi fastidio nei corridoi del liceo.
Quindi tenetevi pronti.

iSchool torna alla riscossa!

Fabiola Castaldo

 Ps. La redazione di Ischool si propone per il nuovo anno di svelare il mistero dietro la formula magica del piccolo Vincenzo:Wattatà SatnaH!

2 commenti:

  1. Ci manca la foto del Presidente e questa è una grave mancanza :-) Un abbraccio ragazzi e sempre in gamba!!

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    1. Come ho potuto dimenticare la foto col grande capo! Tutta la redazione la ringrazia e ricambia l'abbraccio. Ci - speriamo - rivediamo il prossimo anno! ♡

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