Una
legge morale che l’uomo ha sempre riconosciuto è quella di non contrastare il
compimento della felicità altrui. Perfino Dio non può nulla contro il libero
arbitrio, l’unica autorità impostaci è di non permettere che quella libertà
sfoci nella violenza, con l’imposizione della propria autorevolezza sul
prossimo a noi simile. La violenza deve essere qualcosa di mai giustificabile,
soprattutto se l’unica colpa che si ha è quella di nascere donna. Gelosia,
odio, brama di possesso, tutte emozioni subdole, dalle quali le menti del
genere maschile si sono lasciate trasportare già da secoli ormai. I casi di
femminicidio, di recente, non sono di certo diminuiti: Veronica Valenti,
assassinata a fine ottobre con 60 colpi dall’ex fidanzato senegalese. Sonia
Trimboli, di Milano, strangolata con un laccio dal fidanzato 42enne Gianluca
Gerardo Maggioncalda. Angelina Butera e la figlia Concetta Traina, di San
Giovanni Gemini, assassinate con colpi di arma da taglio dal fidanzato 30enne
Mirco Lena, probabilmente per gelosia. (info di Laura De Rosa). La donna, se
davvero vi è parsa così preziosa e cara, vi sembra davvero questo il modo
giusto di difenderla dai pericoli del mondo esterno? Il problema, se così si
può definirlo, è che le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini,
affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia.
Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere,
piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Sono nate molteplici
associazioni in difesa della donna, che lottano per ciò in cui credono e si
ribellano all’ingiustizia, ma quanto possono essere convincenti le parole di
una società che si sforza di modificare una mente squilibrata e annebbiata
dalla pazzia?
Maria Delizia Griffo
Brava Maria Delizia! Concordo su quanto hai scritto. La battaglia è lunga, ma non bisogna demordere. E' giusto sollecitare l'attenzione sui talenti e sulle virtù delle donne. I gesti violenti testimoniano soltanto l'incapacità di confrontarsi.
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