Liceo Segrè di San Cipriano. Ore 12.15 circa, nella VB fa ingresso la supplente
della nostra prof.ssa di religione, Suor Antonella. Nessuna passerella, nessuna
Barbie in arrivo, una donna di taglia robusta, molto lontana dalla prof.ssa
sexy di Pierino, con dei capelli ricci in disordine e un cappotto sportivo che
di femminile ha poco. Tra i compagni, dietro i banchi, circolano commenti
incuriositi del tipo “ma chi è questa tizia?”, “da dove esce?”, “ma ha
intenzione di fare lezione?”; questi interrogativi vengono chiariti subito dalla
sua presentazione. Sposta la cattedra in fronte al muro e ci si siede sopra:
“io sono R. M. e sarò la vostra insegnante di religione fino al tredici
dicembre”. Tutto il resto passa in secondo piano, gli altri son dettagli futili
perché “le serviamo noi” per questa prima lezione.
Dunque, dopo aver realizzato che i protagonisti della lezione saremmo stati
noi, iniziamo la lezione. Le domande sono tre, semplici e dirette: “Chi crede
in Dio?”, “Voi credenti andate in chiesa?” e “Quanti di voi credenti pregano la
sera?”. I risultati a queste tre domande son davvero apparentemente insoliti,
ma è lì che la lezione incomincia ad incuriosire un po’ tutti! Tra una battuta
e l’altra, tra i vari sketch di "Made in Sud" e qualche battuta davvero
originale, magicamente, la quinta ora, tutta la VB è ai primi banchi, accanita
ad ascoltare, a partecipare. Una lezione che non sa di sterile moralismo ma che
tocca noi studenti nel profondo delle nostre anime, andando a toccare
attraverso delle semplici parole, pronunciate con un tono teatrale ma naturale
allo stesso tempo, le nostre abitudini quotidiane e familiari. Una lezione che
non pretende di insegnare ma di trasmettere, di coinvolgere, di indurre a
pensare o, almeno, a porsi e a porre qualche interrogativo.
“Quale argomento vorreste togliervi dallo stomaco? Chiediamocelo e lo affronteremo insieme”
Insomma, tra i vari interrogativi, anche i più banali, ci siamo immersi in una lezione piena di passione, di vero “studium” quindi, da cui è emerso un messaggio finale: “Amatevi per quel che siete, e poi potrete amare. Piacetevi e così vi sentirete di piacere. Cercate chi vi diverte quando vi parla, chi vi appassiona, fatevi accarezzare dalla brama di conoscere: voi mi avete chiesto se amo ciò che sto facendo: certo che sì; fare una cosa che non ti piace è la cosa peggiore! Sapete perché? Si dice che avere pessimi medici sia una cosa orribile, ed è vero, ma è ancora più pericoloso fare il professore senza crederci, io vi potrei portare ovunque, potrei tirarvi a me ma non sarei buona perché io devo educarvi ad uno SPIRITO LIBERO!”
La campanella suona. La classe, con degli occhi ancora affamati, saluta soddisfatta la prof.ssa con entusiasmo e attesa già della "prossima volta". Tutte le impressioni iniziali sulla “supplente di religione” sono state chiarite, anzi, si sono “schiarite” durante la lezione da tutti partecipata, senza nemmeno accorgersene. E’ bastata un’ora, ricca ed intensa, per avere l’attenzione di una classe intera: la missione compiuta di un docente che lascia l’aula con soddisfazione e che ci saluta con un “Alla prossima!”, un messaggio ripetuto a mille volti, a mille teste tutte diverse che hanno, per quel giorno, anzi, per quell’ora, ricevuto un “signum” nel cuore e nella mente.
Alla prossima, cara professoressa, che mi ricorda tanto i modelli dei tanto famosi personaggi che hanno investito la loro vita intera a trasmettere ciò che lei mi ha comunicato oggi. E mi sento in dovere di citare Socrate che, COME LEI, usava l’ironia e si divertiva a far maieutica o Foucault che, COME LEI, parlava della parresìa ovvero la capacità di dire la verità con tutte le sue responsabilità.
Una giornata che mi ha trasmesso anche granelli di “fede e speranza” verso la Scuola che necessita di parresiasti che trasmettono quell’amore sviscerato per la verità!
“Quale argomento vorreste togliervi dallo stomaco? Chiediamocelo e lo affronteremo insieme”
Insomma, tra i vari interrogativi, anche i più banali, ci siamo immersi in una lezione piena di passione, di vero “studium” quindi, da cui è emerso un messaggio finale: “Amatevi per quel che siete, e poi potrete amare. Piacetevi e così vi sentirete di piacere. Cercate chi vi diverte quando vi parla, chi vi appassiona, fatevi accarezzare dalla brama di conoscere: voi mi avete chiesto se amo ciò che sto facendo: certo che sì; fare una cosa che non ti piace è la cosa peggiore! Sapete perché? Si dice che avere pessimi medici sia una cosa orribile, ed è vero, ma è ancora più pericoloso fare il professore senza crederci, io vi potrei portare ovunque, potrei tirarvi a me ma non sarei buona perché io devo educarvi ad uno SPIRITO LIBERO!”
La campanella suona. La classe, con degli occhi ancora affamati, saluta soddisfatta la prof.ssa con entusiasmo e attesa già della "prossima volta". Tutte le impressioni iniziali sulla “supplente di religione” sono state chiarite, anzi, si sono “schiarite” durante la lezione da tutti partecipata, senza nemmeno accorgersene. E’ bastata un’ora, ricca ed intensa, per avere l’attenzione di una classe intera: la missione compiuta di un docente che lascia l’aula con soddisfazione e che ci saluta con un “Alla prossima!”, un messaggio ripetuto a mille volti, a mille teste tutte diverse che hanno, per quel giorno, anzi, per quell’ora, ricevuto un “signum” nel cuore e nella mente.
Alla prossima, cara professoressa, che mi ricorda tanto i modelli dei tanto famosi personaggi che hanno investito la loro vita intera a trasmettere ciò che lei mi ha comunicato oggi. E mi sento in dovere di citare Socrate che, COME LEI, usava l’ironia e si divertiva a far maieutica o Foucault che, COME LEI, parlava della parresìa ovvero la capacità di dire la verità con tutte le sue responsabilità.
Una giornata che mi ha trasmesso anche granelli di “fede e speranza” verso la Scuola che necessita di parresiasti che trasmettono quell’amore sviscerato per la verità!
Gianluca Della Corte
Molto bene! Sono contento.
RispondiEliminaEcco quello che è sempre mancato alla nostra scuola,una VERA docente,una mamma,un'amica e tante altre cose...Anche se per poche ore ha saputo dimostrare il vero insegnamento da dare agli studenti,perchè diciamola tutta siamo stanchi di docenti che svolgono solo e sempre il loro compito,non aprendo discorsi o dibattiti,cose che servono alla classe,agli studenti i quali grazie a questi discorsi riescono "diciamo" ad affrontare anche problemi "loro",ed ecco però che sfortunatamente per noi,il ruolo della nostra cara prof terminerà presto,a malincuore per noi e ritornerà un qualcuno di autoritario che non apre discorsi cosa che dovrebbe fare essendo un insegnante di religione,ma niente.D'altronde questa è la nostra scuola,questi sono i nostri docenti!Ne saranno passati pochissimi di docenti come quella citata nell'articolo nella nostra scuola,forse nessuno.Ripeto dicendo che noi siamo stanchi del tipo di docenti che noi abbiamo,VOGLIAMO DEI DOCENTI CHE CI CAPISCANO,CHE CI FACCIANO APRIRE GLI ORIZZONTI,CHE SI FACCIANO AMARE,CHE CI FACESSERO INNAMORARE DELLE LEZIONI!!!
RispondiEliminaFinalmente, finalmente davvero. Bellissimo l'articolo e bravissima lei. Sono davvero contento.
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