venerdì 7 novembre 2014

« I'm not real, I'm theatre »

Salve gente!
In questo periodo , come avrete potuto notare, non faccio altro che invadere col mio sarcasmo spudorato tutte le rubriche del blog. Questa volta  mi ritrovo a mettere piede nello spazio dedicato alla musica. Adesso, devo controllarmi, io di musica ci campo, potrei partire con ogni sorta di sproloquio. Fosse una mia decisione, starei ore ed ore a parlare dei miei artisti preferiti, o di composizione, ma per il vostro bene, mi è stato assegnato un compito da svolgere e  per questa volta, cercherò di essere il più concisa possibile.
Ho deciso di interrompere la mia “settimana blu”-che solitamente si compone di ogni sorta di singolo malinconico mai creato, sparata nelle cuffie e la conseguente ondata di “ feels “ che poi vanno a finire sempre  con me che amoreggio col barattoli di Nutella- perché qualcuno, pochi giorni fa, molto bellamente qualcuno ha ben pensato di assegnarmi lei, l’unica, Miss trasformismo: Lady Gaga.
In un certo senso sono stata fortunata, è una popstar che ho relativamente seguito, fin dal suo debutto nel lontano 2008, un po’  per la curiosità che suscitavano in me i suoi strambi travestimenti, un po’ perché era praticamente impossibile uscire di casa e non ritrovarsi qualche suo singolo o intervista trasmesso alla radio. Sta di fatto che sono reduce da una maratona di ore passate a rivedere ogni suo singolo MV. La mia filosofia  è : se dobbiamo sparlare di qualcuno, almeno facciamolo bene.
La Popstar nel Backstage di G:U:Y
Iniziamo dalla biografia: Stefani Germanotta, in arte Lady Gaga  è una ragazza newyorkese figlia di immigrati italiani, la solita storia che non interessa a nessuno. Fin da  piccolissima è votata verso varie forme artistiche,quali,prima fra tutte, vi è ovviamente la musica: la ragazzina è un talento al piano che, come dirà lei stessa successivamente è “ divenuta popstar quasi per caso”.

Come sia finita ad indossare vestiti fatti con scarti di piccioni investiti è un mistero.
Dai sobborghi di Manhattan  fino a quando non si trova a vivere accecata dai flash tra le luci della ribalta, il cambiamento è talmente repentino da  far ammutolire il mondo intero, dapprima diffidente poi sempre più entusiasta.                                                         
 Miss Gaga a soli 23 anni, hit dopo hit, fa terra bruciata intorno a sé, scalando poco a poco tutte le classifiche mondiali, conquistando il mondo a suon di travestimenti buffi e  performance non poco discutibili.
La sua ascesa è un qualcosa di così subitaneo che  ricercare le cause del suo successo, non è cosa semplice.
Si trova al posto giusto al momento giusto, oserei dire: quando il mondo del pop necessitava di una nuova regina, è spuntata Gaga, col suo stuolo di ballerini gay (?) e ha preso prepotentemente possesso del trono.
 Per cercare di comprendere Miss Gaga come artista bisogna considerare  nel complessivo il suo lavoro: dai testi, per poi passare ai video super dinamici.
Approcciando, per la prima volta, uno qualsiasi dei suoi video le reazioni iniziali passano, solitamente  da un “WTF sto guardando?” a “oh,però carino” “per poi finire a ritrovarsi, non si sa come a ballare nudi in salotto sulle note di “Just Dance”
Infatti, solitamente la ragazza canta pezzi dal testo elementare, con una base remixabile, facilmente fruibili, in cui solo un sordo non noterebbe l’eccessiva presenza dell’Auto-Tune, come correttore vocale.  Altra componente fondamentale del suo lavoro , sono i video – solitamente 10 lunghi minuti di delirio – che a prima vista sembrano sempre un qualcosa concepito dai produttori in preda a strani trip da droghe. Sempre confusi  e ricchi di dettagli, ma con uno scopo ben preciso : richiamare l’attenzione dello spettatore che si ritrova a dover cercare di dare un senso logico al tutto.
I ricercatori Pampers stanno ancora cercando di decifrare l’MV di Alejandro,  si pensa che in esso vi sia celata  la vera profezia di Nostradamus.
Jo Calderone-alterego maschile di Gaga-ai VMA 2011
Tra stravaganze, piume, vestiti fatti di carne e bolle, particolarmente cari a Lady Germanotta sono i temi dell’amore,la chiesa, la sessualità.  C’è da dire, con la mia ultima affermazione, che Lady Gaga ha sempre mostrato sostegno verso determinate minoranze sociali, in particolare è vicina alla causa LGBT, come ha avuto modo di dimostrare partecipando anche al Gay Pride di New York.Altra componente  fondamentale del suo successo è ovviamente, la teatralità e la cura ossessiva che mette nelle sue performance, che pur non essendo innovative risultano piacevoli da guardare, alla fine il segreto di Gaga sta nello stupire in continuazione, creando scenari  sempre più  iconici e imitati. Un chiaro esempio è  la sua esibizione nei panni di Jo Calderone ai VMA     del 2011.
Dal successo di Love Game , all’attesissimo nuovo criticato, album” ARTPOP”  in cui Gaga si mostra molto più matura, cresciuta e consapevole, l’artista si è creata un fandom fedele, formato dai cosiddetti Little Monsters- non fate domande. Guardando una qualsiasi delle sua performance live è sempre sorprendente notare il numero dei  ragazzi, che la vedono, sia come un simbolo,sia come un esempio da seguire. E’  il tipo di magia che si crea sempre intorno a  personaggi pubblici del genere, è come assistere ad una grande parata di persone tutte diverse, in religiosa contemplazione,  che per un attimo  si sentono, meno sole, vicine: questo è il grande potere della musica.
Col successo e il crescente numero di fan sono iniziati a spuntare in giro come funghi, tantissimi  “haters”, tra cui vi sono gruppi di imbecilli che molto spesso traducono i loro pensieri in azioni addirittura violente.
Io capisco che Poker Face vi ha talmente sfracassato il cervello che vorreste bruciare uno ad uno, tutti i suoi vestiti da pennuto di Gaga, ma calm tour tits guys!

Ho ritrovato sepolta in una delle sue tante interviste, un’affermazione che mi ha stupito parecchio:

« I'm not real, I'm theatre. »
«
 Io non sono reale, io sono teatro. » (MTV Video Music Award 2011)]

Rappresenta, dal mio punto di vista, una maturità della artista, un ‘ammissione  del vero, troppo spesso ignorato, che sicuramente ha avuto delle conseguenze.
La musica pop rappresenta una parte del mondo dell‘ entertainment ben  particolare, un mondo a parte  con le sue regole che soprattutto negli ultimi tempi vengono sempre più estremizzate. E’ una lotta continua basata sui soldi,tra le label, che cercano in qualsiasi modo di propinare al pubblico novità che alla fine è solo materiale trito e ritrito, compresso in situazioni di scandalo. In tutto questo succede che , l’artista si perde nel personaggio che interpreta,  diventa uno strumento nelle mani delle agenzie, il più delle volte si contraddice e alla fine smarrisce se stesso come musicista.
Gaga è  un fenomeno ben studiato,  semplicemente materiale da spettacolo. Che sia nei panni di Afrodite, di una tossicomane, di strani animali antropomorfi –a proposito, il cigno di Applause  è la cosa più disturbante che esista-  nel 2014 è un astro della musica pop, un mito per tanti, una poveraccia per molti: alla fine è solo una dei tanti artisti, persi tra i riflettori.
 E’ qualcuno che sa perfettamente  come vendersi, un personaggio versatile che si è guadagnato la fama partendo dal talento per poi finire ad aggrapparsi al palco, con le unghie e con i denti,creando sempre nuovi stratagemmi per non passare inosservata ed accattivarsi  i fan, calamitando l’attenzione generale con un mix  psichedelico  tra video, performance e musica
La musica pop si riduce solo ad un forsennato fenomeno di vendita, e per quanto mi duole dirlo, è un sistema che funziona, e anche bene, in cui alla fine non vi è nulla di sbagliato: la cosa importante è che quello che ci viene trasmesso dalla musica che sia commerciale o meno, è diverso e unico per ognuno di noi.                                               
 Quella commerciale è un tipo di musica, destinata a tutti, non il massimo della profondità ma,comunque a suo modo, necessaria e Gaga col suo trasformismo, la dannata voglia di rivalsa,  la sua esuberanza alla fine riesce a far smuovere tutti- almeno fisicamente-, perché dobbiamo ricordarci che respirare ogni tanto la leggerezza,lasciarsi travolgere, fa bene allo spirito.                                                                 

Fabiola Castaldo


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