martedì 22 aprile 2014

I-SCHOOL REVENGE: ALBOSCUOLE 2014


Sono passati esattamente due anni dalla nascita della nostra redazione. Da quando, sotto iniziativa del preside Rosato, noi come gruppo di 10 ragazzi, presi a caso tra diverse classi, ci riunivamo il pomeriggio e condividevamo le nostre esperienze,discutendo delle nostre aspettative. Eravamo timidi all’inizio, ma poi siamo diventati un gruppo sempre più unito.
Portavamo avanti il nostro piccolo angolo di mondo,tutto questo imparando a convivere tra i ragni e la polvere della biblioteca, che usavamo come bunker organizzativo, alias BatCaverna. Ricordo ancora le espressioni di shock nello scoprire che a scuola esisteva una biblioteca scolastica LOL.
 In  questo tempo  devo dire che siamo cresciuti tutti tantissimo. Alcuni dei nostri membri originari adesso frequentano l’università- nonostante tutto vengono a trovarci spesso, ma non fatevi ingannare dalla loro maschera di serietà, vi assicuro che non vorreste mai vederci tutti insieme: approssimativamente il nostro QI non raggiunge i 50 punti,sommandoci.
Ho iniziato questo triste sproloquio per dire che, alla fine quando ci si ritrova a dover raccogliere i frutti del proprio lavoro, a dover rappresentare tutti e vedere le aspettative andare oltre la nostra personale immaginazione, è qualcosa che non succede per caso, ma non è mai come te l’aspetti.
E’ sempre qualcosa che, per quanto tu possa programmare e desiderare,  è quasi meglio ti sfugga di mano, come se il cambiamento cadesse quasi dal cielo: è un’ emozione  improvvisa, di cui prendi piena consapevolezza solo quando ti ritrovi a dover stringere un riconoscimento tra le mani, in piedi su un palco, con davanti 2.000 persone e ti  tocca dover scegliere le parole, quelle giuste tra tutte, per poter sintetizzare anni di lavoro e frustrazione e non tagliare fuori nessuno.
Ma sai che comunque non è possibile e l’ansia ti prende, gli occhi si fanno pericolosamente lucidi  e ti rendi conto che vale la pena di  lottare , sempre.
Sto diventando melodrammatica prima del tempo .Fermatemi.
Ho paura di continuare, mi è stato rimproverato molte volte il mio essere logorroica su carta e poco nella vita, ma questa volta ci sono cose che devono essere dette, che non possono essere lasciate al caso, e vanno spiegate in un certo modo.
Prima di continuare è bene specificare una cosa: il nostro giornale nasce come blog online innanzitutto per due motivi:
1)la possibilità di poter pubblicare notizie in tempo reale;
2)più concretamente, non avevamo fondi, ergo la scuola non ci permetteva di “sprecare”carta inutilmente.
Dopo due anni di pseudo-tranquillità e lavoro,le cose hanno preso una svolta particolare all’ incirca a metà del 2013, quando ci venne proposto di partecipare ad un concorso giornalistico indetto dall’ Associazione nazionale Alboscuole, che si accupa di giornalismo studentesco e fu così che, quasi senza pretese,quasi per  gioco  che,  riunendoci in orario scolastico e non  , facendomi saltare qualche nervo e cercando di corrompere i professori  e il tecnico per farci rimanere abusivamente in aula magna, riuscimmo miracolosamente a  impaginare  gli articoli del blog sotto forma di vero e proprio giornale cartaceo, e di conseguenza spedirlo in un non-luogo. 
Abbiamo buttato più sangue e sudore su quel giornale di quanto se ne possa vedere in un incontro con Balboa.
La speranza di poter conseguire o vincere una minima cosa era ben lungi da essere nostra prerogativa, a noi bastava essere riusciti a sfornare una copia,perché, per quanto possa essere divertente gestire il blog, nulla è paragonabile all’ emozione di stringere una copia concreta  dei tuoi articoli tra le mani, quindi per noi, capiteci, era  come poter vedere finalmente realizzato il frutto dei nostri sforzi.
Passato l’anno scolastico quando ormai ci eravamo dimenticati quasi tutti del concorso e avendo avuto non poche difficoltà visto che avevamo, in un ceto senso, “perso“ il nostro mentore (tanto, preside Rosato lo so, che  prima o poi leggerà anche questo), ci è stato fatto comunicare dalla segreteria che –rullo di tamburi- certi tizi misconosciuti ci invitavano in una remota cittadina di campagna per partecipare ad un non ben specificato meeting.
Ora devo essere sincera, nel mio cervello si alternavano grida di giubilo, un quartetto d’archi con annessa orchestra sinfonica. 
E no, non era lunedì,quindi non c’entrava l’alcool. 
Non nascondo di aver pensato inizialmente che ci stavano trollando  e quindi mi guardavo intorno come a dire “Forza su! Tirate fuori le telecamere!”.
 Non avevo ben compreso, ero terribilmente confusa,  un senso d’ansia ha iniziato a farsi strada nel mio cuore, misto ad un senso di impazienza ad aspettativa, insomma, alla fine era il mio primo incarico ufficiale come capo, nonché  il primo riconoscimento di I-School,che mi duole dirlo, di solito è malcagato perfino nell’istituto. 
Le prospettive erano alte e   ovviamente la voglia di partecipare , forse l’entusiasmo perfino troppo, e così sono iniziati i problemi e le vicissitudini: a partire dalle ore infinite spese in presidenza per discutere i preparativi,la mancanza di fondi, al trovare un accompagnatore.
Credo proprio che i prof abbiano iniziato ad odiarmi-la cosa è reciproca gnegne. Io avevo il mal di testa per le troppe scartoffie.
 Se nei prossimi giorni mi vedrete invecchiata precocemente, rugosa e coi capelli bianchi, stile Albus Silente per intenderci, sapete a cosa dare la colpa.
La data era fissata: 4-5 aprile 2014, un qualcosa da segnare sul calendario, una data epica, destinazione Chianciano Terme, alla conquista della Toscana.  Dopo una mia crisi isterica, e un pomeriggio speso  a smadonnare sul sito di Trenitalia ,partiamo finalmente dalla stazione di Aversa, trepidanti, accompagnati dalla Prof. Paolella, io e miei intrepidi cavalieri: Gianluca della Corte, Tammaro Musto e Giusy Crispino.
Ah,il mio saluto va ad una burgunda speciale che il giorno prima della partenza ha avuto la brillante idea di farsi venire la febbre a 40.We pray for you!
Il viaggio  è stato lungo e sfiancante, la cosa positiva è stata avere fatto amicizia con una vecchietta simpatica e un gruppo di australiane chiacchierone, la gente strana  che si incontra in treno è magnifica!
 Una cosa da dire della Toscana è che il paesaggio  era fantastico, peccato per il tempo piovoso e mannaggia a Zeus, che si è accanito su di noi. 
Il meeting si è tenuto in una struttura sportiva  non molto distante dall’hotel. Appena varcata la soglia del Palasport Montepaschi ci siamo accorti di una cosa: la competizione era spietata,bastava girarsi un attimo per vedere intere squadre di studenti capitanati dai loro valdi professori che progettavano strategie di guerra da far invidia al miglior stratega. C’erano dei tipi con delle magliette tutte uguali che sembravano una squadra d’assalto, sul punto di intonare qualche strano canto propiziatorio ,brrr.
Eravamo circa 100 scuole selezionate con un totale di 1.200 studenti e in quel momento abbiamo vissuto quasi un attimo di rassegnazione,in fondo eravamo semplicemente felici di aver passato la prima selezione.
C’è una cosa importante da specificare su cui riflettevo quando, seduta al mio posto, osservavo sfilare   le categorie dei nominati.
Quello che ci ha sempre contraddistinto come giornale è stata l’autonomia, un qualcosa che , ho potuto notare lì, era una rarità. La maggior parte dei ragazzi con cui ho avuto modo di parlare e socializzare successivamente, parlava  delle redazioni come un qualcosa  proprio del corpo docenti e questo per noi è assurdo. 
Che senso ha un giornale scolastico gestito da professori?                               
  Il nostro giornale e questo sono fiera di dirlo, non nasce come progetto a sé, nè come un fine per  punti di credito , ma semplicemente come un mezzo grazie al quale raccogliere tutte le millemila voci diverse dei ragazzi, che troppo spesso vengono ignorati. Non vi è alcun intervento dei professori dal punto di vista dei contenuti, magari solo sulla forma. Alla fine I-School è fatto dalle pagine della vita di  ognuno di noi.
La nostra idea di lavoro è umile e senza pretese, e forse è stato proprio questo il motivo per cui quando è risuonato dall’ altoparlante,  tra tutta la folla  chiaro e spaventosamente significativo alle mie orecchie il nome del giornale alla nomination, sono rimasta agghiacciata, assurdamente pietrificata.
Gli sguardi dei miei compagni e della prof mi accerchiavano come a chiedere:”ma siamo davvero noi?”. Come in trance accompagnata da una Paolella sovraeccitata, mi sono trascinata sul palco. Mille cose da dire, forse troppe mi ronzavano per la testa, troppe idee e precisazioni, e alla fine dopo i soliti saluti ho letteralmente strappato dalle mani il microfono al povero presidente dell’associazione (Ettore Cristiani) e  ho cercato di riassumere l’impossibile in due parole (allego qui sotto il video).
 L’emozione è stata grande, i battiti del cuore accelerati mente sfilavo con una targa rappresentativa tra altri 10 studenti.
 Gli abbracci e i sorrisi di gioia che sono venuti dopo sono stati la parte migliore. Abbiamo parlato telefonicamente  con un commosso Rosato, con l’attuale Preside Amendola, con la Prof. Ferraiuolo che ci ha sempre appoggiato,e per finire come special guest abbiamo avuto  la Segretaria che stillava lacrime dal telefono.
Era tutto  così irreale ed assurdo, io  stessa ancora stento a crederci, fortunatamente, come prova tangibile della nostra esperienza, c’è  la targa di merito affissa in presidenza.
Un'altra cosa da dire a favore dell’organizzazione Alboscuole è stato il modo dinamico di gestire l’evento. Ad essere sincera mi aspettavo un evento per così dire “palloso”,una conferenza di interminabili ore e balbalbla, e invece con mia grande gioia, il tutto era pensato  per dei ragazzi. Dallo speaker che si sgolava come un animatore turistico,alla successiva serata organizzata in discoteca  in cui sono stati proclamati i primi 3 classificati,.  Ah, i primi due posti sono stati di scuole della Campania,  una vittoria tutta nostra,insomma.
Personalmente,ho avuto uno strano modo di sfogare l’ansia :abbiamo iniziato a ballare tutti alle 10 di sera-non farò mai più in trenino, scordatevelo- per poi finire, non so come, a fare strani rebus con dei tizi simpatici  di Vercelli nella hall dell’Hotel. E’stana la vita.
La mattina dopo mi piangeva il cuore ad andare via, il posto era fantastico. Ero malinconica,  mi era difficile credere che tutti quegli eventi straordinari fossero avvenuti solamente il giorno prima.
Alla fine posso dire di essere stata contentissima, e così come me gli altri. La vittoria è un qualcosa che riguarda non noi, ma tutto l’istituto e sono fiera di esserci stata come rappresentante.
Quando abbiamo inaugurato I-School eravamo assolutamente senza pretese, ricordo che nelle prime riunioni a volte ci lamentavamo dell ‘istituto e pensavamo a come migliorare utopisticamente il sistema scolastico,erano i discorsi di adolescenti che chiedevano di essere ascoltati. Sono momenti unici che non torneranno più.
Devo molto al giornale,  è stato un conforto in questi anni di liceo, grazie al quale  sono maturata tantissimo,ho conosciuto persone coi miei stessi interessi e  sono passata da essere una  mocciosa ipernevrotica qualunque  a  Caporedattrice, un ruolo che alla fine, mi sto divertendo a ricoprire,come meglio posso. D’altro canto ,per certi versi, sono ancora la ragazzina coi capelli scarmigliati del primo giorno, coi i suoi 23847293 fandom a cui badare e una lista infinita di libri da leggere- aggiungiamoci 2942379 gatti e il quadretto da pazzoide è completo.
Detto questo, se siete arrivati fino a qui a leggere, vi ringrazio. Di solito non sono così smielata, ma sentivo quasi il bisogno di poter scrivere un articolo del genere e di documentare l’esperienza prima che i ricordi inizino a sbiadire, e la routine prenda il posto dell’euforia.
Dovevo farlo per  tutte le persone che ci hanno sostenuto e che ci hanno permesso di non mollare, e vorrei poter abbracciare veramente uno a uno voi lettori che ci seguite, perché quella che era una piccola idea sta diventando una grande aspettativa. Sono convinta che, un giorno, qualcuno ci ricorderà così: un giornale comune di ragazzi comuni,che sono cresciuti autonomamente e dopo tutto sono felici di rimanere coi piedi per terra, ma con  la testa fra le nuvole, sempre pronti a macchinare nuovi metodi  per stravolgere le cose.
 Sono sicura che cresceremo sempre di più, alle riunioni raccogliamo sempre più adesioni, e  adesso so che è l’euforia a farmi parlare ma, per quelli che se ne sono andati, per questi due anni, per l’istituto, ma soprattutto per noi stessi prometto che  saremo più battaglieri e forse l’anno prossimo potremmo tornare a Chianciano più forti, più motivati e ancora più numerosi,  perché da I-School non è nato solo un progetto a lungo termine, ma un gruppo di amici che si sostengono reciprocamente.

Una vittoria per noi, una vittoria per il Segrè!

Qui è I-School e questo è il nostro riscatto!



Fabiola Castaldo

Ps.(come se non bastasse, nei prossimi giorni ci vedrete bellamente sputtanati sul Corriere di Caserta)







 





1 commento:

  1. Che l'articolo fosse tuo, l'ho capito dalle prime righe, cara Fabiola. Bella testimonianza e belle soddisfazioni, quando niente è scontato e tutto deve essere conquistato un poco alla volta! Nella mia testa pensavo a questo ed avevo fiducia in giovani "pensosi". Ischool è tutto vostro e ne sono contento. Voglio augurarmi che proceda e diventi un' "istituzione" del Segrè. Affettuosi saluti a tutti!

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