"Quest'oggi, non vogliamo insegnare niente a nessuno" è stato l'incipit con cui il vicequestore, dott. Gennaro Corrado, si è rivolto alla platea di giovani: "vogliamo piuttosto parlare con voi e ascoltare le vostre domande, anche quelle più argute: a vostra disposizione siamo io, i miei colleghi e la dott.ssa Schiavone". Ed è stato proprio con tale atteggiamento accogliente, con chiarezza espositiva e pragmatica semplicità e linearità che, partendo dall'Articolo 3 della Costituzione, il tema della violenza di genere è stato sviscerato, individuandone le cause in una società ancora legata a stereotipi di genere antiquati e disumanizzanti, passando poi nel riconoscere le forme in cui questa si manifesta, dallo stalking, alla violenza fisica, alla violenza psicologica, per finire poi con l'indagare i mezzi per combatterla: dal "Codice Rosso" (con la legge del 19 luglio 2019, n. 69, si propone di rafforzare la tutela delle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, connessi a contesti familiari o nell'ambito di relazione di convivenza, violenza domestica e di genere), all'Ammonimento del Questore (l'avvertimento, rivolto dal Questore alla persona, di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza), al progetto SCUDO, programma che consentirà la consultazione di dati, permettendo di evidenziare i precedenti interventi degli equipaggi nei confronti di vittime di liti, o violenze, anche nei casi in cui non siano state proposte denunce o querele. Saranno in questo modo monitorati episodi rientranti nel cosiddetto “codice rosso”, non sempre caratterizzati da particolari gravità o aggressività, come le suddette liti verbali, ma che, attraverso una condotta abituale, potrebbero assumere rilievo penale e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi; ancora viene presentata l'applicazione YouPol, realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, estesa anche ai reati di violenza di genere e violenza domestica: è stato mostrato quanto lo Stato Italiano, come istituzione, si impegni a combattere accanto alle donne tanto coraggiose da denunciare i propri aguzzini. Ed è stato a questo punto che si è dato spazio alle numerosissime domande degli studenti, alle loro curiosità ai loro lavori. In rappresentanza del Liceo E. G. Segrè vi sono state le alunne Serena Valentini, classe V Z, che ha interpretato un monologo tratto dalla tragedia del greco Euripide, “Medea”, consentendo di sviluppare il fenomeno della violenza di genere a partire dalla cultura antica, presentata e introdotta da Maria Teresa Palmese; Antonella Di Meo, classe V Z, con il suo componimento poetico intitolato “Donna”; Enza Chiara Schiavone, classe IV Bs, che ha proposto una poesia intitolata “È colpa mia”. Entrambi i componimenti transitano dall'antico monologo all'attualità della problematica; la presentazione degli alunni Alessia Baldascino e Vincenzo Mercurio, classe IV As, e infine il video realizzato dalle ragazze della IV R, indirizzo scienze umane presentato da Vincenza Piccolo.
L'incontro si è chiuso poi con un'immagine di speranza: un quadro realizzato dagli studenti dell''I.T.C "Guido Carli", donato alla Casa Lorena, rappresentante una scarpa col tacco, simbolo di tutte le donne, circondata da mani rosse, simbolo delle ferite loro inflitte, ma spezzate da radici, simbolo invece di rinascita. Una rinascita che è possibile solo con l'impegno di ogni cittadino al rispetto, dal rifiuto del linguaggio sessista per cominciare, all'educare i giovani uomini ad accettare un "no" come risposta, al'aiutare le donne ad uscire da situazioni di violenza e combattere accanto a loro. Tutto affinché ciò che è accaduto alle 103 donne vittime di femminicidio di quest'anno, da Giulia Donati uccisa dal fidanzato Andrea Incorvaia a gennaio, a Giulia Cecchettin uccisa dall'ex-fidanzato Filippo Turetta lo scorso 11 novembre, non accada più. Perché questo non è amore.
Maria Teresa Palmese,
Antonella Di Meo, V Z
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