di vita, un sogno d'amore,
un sogno immenso che faceva così:
« Io voglio scrivere
qualcosa di grande!
Qualcosa di tangibile e certo
come l'acqua che bagna la terra! »
Ho stretto il mio sogno
e l'ho portato ad Auschwitz
tra la catena ardente
di gente infelice
ch'echeggiava vibrante
lungo le corde d'un filo
e un malcontento che mi
dominava
perché non sapevo proteggerlo.
Perciò ho stretto il mio sogno
e l'ho affossato ad Auschwitz,
in un angolo di fertilità.
Oh, fertilità di cuore,
cosa tanto sconosciuta
ai tiranni!
Morirono mie madri, padri,
figli, ombre sorelle
e il mio cuore per lor /
scrisse così:
« Oggi ho un sogno
di vita, un sogno d'amore:
è il fiore esploso
nei campi di Auschwitz
dove l'acqua e la terra
non s'incontrano mai. »
Antonella Di Meo, IV Z
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