fino a perdere il senno, fino a perdere
la metacognizione dello spazio
dove finisco io e cominci tu.
Mi fa male eccedere
e dimenticare chi sono
quando slittano i tuoi occhi
sul mio viso ardente per te;
mi fa male il troppo e lo slancio d'amore
e credere che gli effetti miei
siano il fastidio del mondo,
e credere che darti l'anima
non sfoci nel mio cuore
in una pioggia di proiettili.
Ma in fondo son felice di questo forte sentire
e quanto mi addolora non provar dolore
giacché io so che un folle, impetuoso, violento fuoco
è incantevole agli occhi dell'anima
più d'una folata di nulla.
Antonella Di Meo, IV Z
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