sabato 19 marzo 2022

Intervista ad un'aspirante artista

"Achille e Patroclo", Rosagiulia Diana, III Z

Rosagiulia Diana, studentessa frequentante la classe III Z, disegna sotto il nome di "Misqk" e oggi ci racconta il suo rapporto con l'arte:

« Ho iniziato a disegnare, come quasi tutti i bambini, circa all'età di tre anni. Ma se molti si sono fermati, io ho proseguito non tanto per scelta, quanto per necessità.
Disegnavo casette, umani più bassi dei fiori accanto a cui li accostavo, e l'ho sempre fatto per nessuna ragione specifica, o almeno così pensavo.
Quando hai bisogno di qualcosa, di un filtro attraverso cui esprimere i tuoi sentimenti, in un primo momento non ne prendi neppure consapevolezza con facilità. È una cosa che ho capito solo dopo tanto tempo.

"Achille e Patroclo" è un disegno a cui tengo particolarmente. L'ho fatto in realtà su richiesta, perché una mia cara amica, che sembra apprezzare molto il mio stile, me lo aveva chiesto qualche mese fa.
Sono affezionata alla coppia rappresentata sia perché l'abbiamo trattata a scuola, sia perché ho avuto il piacere di leggere "La canzone di Achille", romanzo di Madeline Miller e altro non volevo esprimere che non fosse tutta la tenerezza del loro amore lì, in quell'unico avvolgente e caloroso abbraccio.
Per quanto il progetto iniziale fosse ben diverso (infatti doveva raffigurare il punto cruciale del loro rapporto, quando Patroclo muore e Achille resta solo a contemplare una sua immagine), sono soddisfatta del lavoro finale, sicura che ben presto lavorerò a un disegno con l'idea originale.

L'arte ha un impatto veramente positivo sul mio modo di esprimermi perché in molti casi posso dare una forma al mio umore semplicemente mettendo matita su carta.
Mostro sempre con soddisfazione ciò che creo a chiunque mi capiti perché se ognuno riesce a fare arte a modo suo, questo è il mio modo e ne vado fiera.

E l'arte è il mio luogo sicuro, ciò in cui mi rifugio quando voglio cercare il mio posto nel mondo. Poi disegno e mi rendo conto che il mio posto nel mondo è quello, e non vorrei essere mai altrove. »

A cura di Antonella Di Meo, III Z

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