giovedì 1 ottobre 2020

Scuola e Covid: una storia di resistenza

Entro a scuola col fiato corto e non per la mascherina. 

Sono trascorsi sei lunghi mesi lontano da questo edificio. 

Seguo linee che demarcano il confine tra il mio spazio e quello degli altri; un distanziamento fisico, certo, non emotivo ... ho ben interiorizzato questa lezione. 

Al buongiorno segue una gomitata, poi dritto, in fondo a destra, in classe, luogo sottratto, per un tempo sembrato infinito, alla maggior parte degli studenti e dei docenti, sostituito dallo schermo di un computer. 

Penso, rifletto. Tante considerazioni passano nella mia testa e diventano quasi realtà tangibili alla vista della mia scuola. I mesi di “isolamento” che ci lasciamo alle spalle hanno coinvolto tutti, senza eccezioni. Nonostante questo, l’intera comunità scolastica, come il miglior sistema fatto di perfetti meccanismi ed ingranaggi, non si è arrestata. 

La scuola è andata avanti quando il mondo intero si è preso una pausa forzata, quando alla televisione si comunicavano numeri poco rassicuranti; ha proceduto per la necessità di tenere acceso il fuoco della speranza, dei giovani e non solo, e per l’obbligo di non farlo spegnere mai, come il celeberrimo e antico fuoco eterno, custodito a Roma nel tempio di Vesta. 

La didattica a distanza si è rivelata un collante sociale più che efficace, preservando una parte di quotidianità che quasi non si poteva più definire tale. Non è di certo bastata a sostituire quella dimensione umana, non digitale, fatta di con-tatto, sguardi e presenze. Ritrovare dopo mesi compagni ed insegnanti ha significato riprendere e toccare con mano una realtà strappata via senza preavviso ma anche l’inizio di un’ordinarietà differente, come il voltarsi e non trovare il fidato compagno di banco o rinunciare alla vicinanza nei cambi d’ora. 

Cambiamenti, tuttavia, necessari, azioni responsabili e improntate all’impegno civico che fanno comunità. 

«Navigheremo a vista» ... con queste parole siamo stati accolti da uno dei nostri docenti. E “navigheremo” senz’altro, muovendoci coraggiosamente verso un futuro incerto, sì, fatto di insicurezze e paure, “distanti” insieme, ma barra dritta e cuore oltre l’ostacolo, con la consapevolezza che, solo determinati e perseveranti, potremo arrivare lontano, sostenendo anche questa prova e tagliando un nuovo traguardo.

Giulia Negro, VZ

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