martedì 7 gennaio 2020

Guardando dalla mia finestra


Siamo un groviglio di emozioni che blocca il respiro, un nodo alla gola che si spezza per poi riformarsi, un'ottima idea in mani pessime, un salto nel vuoto dal posto più visitato della città, un'estenuante cacofonia di suoni morti che vibrano e si sprigionano nell'aria, un'assenza che opprime, una presenza che sfianca.
Staremo mai veramente bene? Il nostro continuare ad ignorare le problematiche ci sta portando alla rovina. Davanti alle difficoltà ci avvaliamo di "buone ragioni", ma ignoriamo ognuna di esse quando quello che desideriamo non va bene anche agli altri, ritornando, dunque, di nuovo al punto di partenza; l'unico dettaglio a cui nessuno presta molta attenzione  è che, anche tornando indietro, gli errori precedentemente commessi non verranno annullati, per cui ricominciare da zero non è del tutto possibile.
Risultati immagini per società e ragazziGli adulti trovano un immenso senso d'appagamento nell'essere autoritari, tuttavia si dimostrano spesso incapaci di gestire le proprie responsabilità con l'affidarle a mani  tremule ed inesperte, che non hanno neanche la piena consapevolezza di come prendersi carico delle proprie.
Ognuno dovrebbe ricevere quel che si merita senza mai vedersi  privato di ciò che gli spetta, ed è questo uno dei problemi che nella nostra società si ripresenta con maggior frequenza: essa non regala nulla di immeritato, e allo stesso tempo non premia chi dovrebbe . Spesso la società ci priva dell'essenziale, propinandoci discorsi moralisti da copione, infondati ed ingiustificabili. Tramite questi, infatti,si  può innalzare un castello, ma non ne vedrai mai le fondamenta, perché esse, semplicemente, non esistono. Alla base di tutto ci sarà sempre il vuoto.
Diamo sempre troppo credito a ciò che scorgiamo in superficie, e qualcosa ci impedisce sempre di andare oltre quel che si vede ad occhio nudo, come se il profondo minacciasse di ucciderci; perciò, i dialoghi iniziano a scemare, e ci rifugiamo nel nostro piccolo angolo di mondo innocente dove nessuno può raggiungerci, tantomeno il veleno sputato dalle lingue biforcute. Mostrandoci con i volti fieri e i petti gonfi, sembriamo pieni di noi, come se avessimo il controllo su ogni cosa, la situazione sempre in pugno e le teste sempre a posto, ignorando il fatto che tutto ciò che ci è veramente rimasto siamo noi stessi, che disprezziamo e non accettiamo il più delle volte.
Si sentono tutti così potenti stando seduti sui loro troni fatti d'orgoglio, ma il loro regno immaginario sta letteralmente crollando, e resteranno intrappolati sotto le macerie, trafitti da mille colpe e soffocati da innumerevoli paranoie, con due zanne in gola e il veleno che fa sopralluogo nel sangue.
Forse, un giorno riusciremo a cambiare, a migliorarci, a salvarci, ad aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio. Magari, riusciremo a diventare onesti, a fare del bene e dare più peso alle parole e ad affrontare i problemi senza scappatoie o sotterfugi. Probabilmente inizieremo a ritenere rilevanti le piccole cose . Finalmente saremo capaci di guardarci in faccia, dritto negli occhi, e non più di sfuggita o attraverso un'immagine riflessa.
Lo so, un giorno ci riusciremo, ma quel giorno non è ancora oggi, e nessuno è pronto per ciò che verrà dopo.


Maria Mercadante, III Z 


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