Fatta
questa premessa riguardante la musica di Chopin, vorrei ripercorrere brevemente
la biografia.
Chopin
nacque nei pressi di Varsavia e quindi in Polonia (in seguito sarà
naturalizzato francese) il 22 febbraio 1810 anche se il compositore e la sua
famiglia festeggiavano il suo compleanno il 1° marzo, data che viene oggi
accettata dalla maggior parte dei biografi(ci sono ancora delle discordanze
sulla sua vera data di nascita). Sin da piccolo apprese i primi rudimenti
musicali: infatti il padre, professore di francese al liceo di Varsavia,
suonava il flauto e il violino, la madre cantava accompagnandosi al piano e
anche le sorelle Ludwika, Izabela ed Emilia, alle quali sarà attaccato per
tutta la vita, suonavano. Dapprima cominciò da autodidatta, poi fu seguito da
due valenti maestri, uno dei quali, Elsner, gli insegnò composizione e armonia.
Infatti già all'età di sette anni, compose una Polacca, debuttando quindi come
bambino prodigio nei salotti aristocratici più in vista di Varsavia.
Successivamente studiò Bach (importante compositore barocco), che con il bel
canto italiano sarà la base della sua musica: infatti prima di ogni concerto
era solito suonare pezzi di Bach. Frequentò il Liceo dove insegnava il padre e
in seguito fu ammesso al Conservatorio. Sempre negli anni giovanili compose i
suoi primi capolavori come i Due concerti per pianoforte e orchestra, il secondo
dei quali fu dedicato alla cantante Konstancia Gladkowska, primo amore di
Chopin non corrisposto. Infatti il compositore scrisse in una lettera
all'adorato amico Tytus (al quale confidava i suoi segreti più intimi) “ho già il mio ideale; pur non parlandogli da
sei mesi, lo servo fedelmente, continuamente lo sogno...”. Era quindi
follemente innamorato di questa ragazza alla quale non confesserà mai il suo
amore, ma la amerà platonicamente anche quando ella si fidanzerà con un altro
uomo; quando lascerà la Polonia porterà addirittura con sé un nastro della
cantante, che non si sa come abbia
avuto. Compiva anche molti viaggi per l'Europa che lo videro a Vienna, dove non
ebbe successo; Berlino, della quale in una lettera elogia la pulizia e
l'ordine; Dresda. Purtroppo un evento cambierà la vita del compositore, cioè la
rivolta dei Polacchi contro i Russi avvenuta nel 1830 ,che lo costringerà a
lasciare per sempre l'amata Polonia e la sua famiglia, alla quella era molto
legato. Così si ritrovò a girovagare in Europa, toccando le maggiori città
europee come Vienna, Monaco e Stoccarda, dove apprese la notizia della caduta
di Varsavia, avvenuta un anno dopo la sua partenza. Ciò gli porterà un profondo
dolore del quale parla nell'Album-diario, in cui si paragona ad un cadavere,
desidera vedere la famiglia e teme che sia stata fatta prigioniera o
addirittura uccisa dai russi (o moscovita come sono chiamati da Chopin) e
maledice i francesi che non sono accorsi in aiuto dei polacchi. In seguito a
questi eventi si trasferì a Parigi, che diventerà la sua dimora fino alla morte
prematura. Qui conoscerà i più grandi musicisti dell'epoca come Rossini,
Bellini, Liszt e Kalkbrenner, al quale Chopin dedicò il Primo concerto, e
strinse amicizia con Camille Pleyel, noto costruttore di pianoforti (o
pantaleoni come erano chiamati affettuosamente da Chopin), molto apprezzati dal
compositore. Nella capitale francese si esibiva soprattutto nei saloni privati,
che avevano un'aria intima, e non in grandi concerti pubblici, guadagnandosi da
vivere soprattutto con lezioni private, tra l'altro costosissime. Nel 1836 si
fidanza segretamente con Maria Wodzinska, con il consenso della madre di lei.
Purtroppo anche questa relazione amorosa non ha un lieto fine, infatti il
fidanzamento fu sciolto dal padre della ragazza forse a causa della salute
cagionevole di Fryderyk, spesso ammalato di bronchite o altre malattie
polmonari, che avevano avuto il loro esordio sin dall'infanzia. La rottura con
la Wodzinska lo porterà a comporre il celebre Valzer dell'Addio, che pare fosse
stato improvvisato da Chopin al pianoforte nel momento in cui stava per
lasciare la ragazza al termine di una vacanza estiva. Questo è forse un
aneddoto e non sappiamo come siano andate davvero le cose circa la genesi di questo
brano, ma cosa certa è che è dedicato all'ennesimo amore infelice del
musicista. Non molto tempo dopo Chopin cominciò la relazione con George Sand,
famosa scrittrice di sei anni più grande di lui e che tra l'altro aveva già due
figli. La relazione fu la più lunga di Chopin, cominciò nel 1838 e forse fu la
prima in cui il musicista ebbe un rapporto completo con una donna. I due e il
figlio di lei partirono alla volta di Palma di Maiorca dove il musicista
avrebbe dovuto curare la sua malattia. Fu qui che scrisse i Preludi op. 28, 24
brevi composizioni che furono considerati i “degni successori” dei 24 preludi
del Clavicembalo ben temperato di Bach. In seguito ritornarono a Parigi,
nonostante ciò la salute di Chopin non migliorò; inoltre dal 1839 al 1846 passerà
le estati a Nohant dove la compagna ha una propria tenuta. In questo arco di
tempo si dedicò alla composizione e alla pubblicazione delle sue opere. La
situazione cambia radicalmente nel 1847, definito dal compositore “anno
cattivo”, perché ruppe la relazione con la Sand, già inaspritasi negli ultimi
tempi a causa dei continui litigi della coppia. Da qui in poi la sua salute
peggiorò sempre di più e l'anno seguente fu “trascinato” nella rigida
Inghilterra da un'allieva. Il soggiorno inglese non giovò affatto al musicista
e una volta giunto non volle suonare in concerti pubblici né condurre vita
mondana. Tra i pochi concerti che tenne, uno fu a favore degli emigrati
polacchi. Ritornò a Parigi, dove tenne il suo ultimo concerto nella Salle
Pleyel, luogo dove era avvenuto il suo debutto francese. Stremato sempre più dalla malattia, il 17
ottobre 1849, alle due del mattino, morì, assistito dall'amatissima sorella
Ludwika e dal pittore Eugene Delacroix, che anni prima aveva eseguito un
ritratto del compositore con George Sand. Fu sepolto a Parigi con molte
onoranze funebri. Aveva soli 39 anni.
Nonostante
abbia vissuto una vita breve ma intensa, Chopin ci ha lasciato il meglio, se
così possiamo definirla, della letteratura pianistica di tutti i tempi; infatti
come già detto prima, egli si dedicò fermamente al pianoforte sfruttandone al
meglio le qualità espressive, influenzando positivamente i pianisti della
generazione successiva, che scrivendo le loro opere, si sono ispirati in parte
allo stile di Chopin.
Luigi Guida
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