sabato 29 settembre 2018

TIME NEVER FORGETS


Tempo: pura convenzione umana, eppure forza inarrestabile. Sentivamo il bisogno di dare un nome al continuo succedersi di eventi, al lento ma inesorabile viaggio che porta chissà dove, attraverso infiniti cambiamenti.
Tempo.
La nostra intera vita è misurata dallo scandire del tempo, e quando crediamo di non averne più, ecco che in realtà è il tempo ad avere in pugno noi. Ci fa credere di averne il controllo, per poi venire a mancare all’improvviso. Ci prende con sé, infine, e non c’è modo di sfuggirvi.
“Time has looked at your faces, and time…time never forgets” (“Il tempo ha guardato i vostri volti, e il tempo…il tempo non dimentica mai”), recita Peter Capaldi in “Class”, serie tv spin-off della più famosa “Doctor Who”.
Forza maligna, dunque?
Forse, ma necessariamente presente.
L’unica cosa che possiamo fare, noi esseri mortali, mentre ancora ci illudiamo che sia un bene di nostra proprietà, è sfruttarlo al meglio. È questo che dà valore alla nostra vita, quello che riusciamo ad imprimere nel tempo. E il tempo non dimenticherà. Nel frattempo, immaginiamo di riuscire a modificarlo, a viaggiarvi attraverso, di riscrivere le pagine nere della storia, di correggere errori del passato e conoscere il futuro per non commetterne nel presente. Sarebbe uno strumento eccezionale, il controllo del tempo, o forse no. Nelle mani sbagliate, potrebbe essere causa di rovina.
Accanto a questo desiderio, l’uomo ha sempre riconosciuto l’impossibilità che si realizzi. A partire dalla civiltà greca, che rappresentava il tempo, Crono, come un titano. Imbattibile, inarrivabile. È una pretesa egoistica, il desiderio di esistere al di fuori del tempo. Nascere e non morire. Esente dalle leggi della natura. E a lungo andare ci si rende conto di quel che è in realtà: una maledizione.
Quanto tempo dura una vita?
Un tempo relativamente breve, diremmo, dinanzi all’eternità. Una goccia d’acqua nell’oceano.
Ma quanto tempo dura il ricordo di una vita?
Può durare secoli, millenni, attraversare epoche. Basti pensare ai tanti uomini e donne che il tempo ha preso con sé, quasi la morte sia solo la sua messaggera, e che noi continuiamo a ricordare, come se fossero ancora con noi. È l’uso che facciamo del tempo, a rendere la vita degna di essere vissuta. Non serve l’immortalità per riuscire a raggiungere uno scopo più grande della vita stessa. Serve tempo. E persone capaci di usarlo nel modo giusto.
“Prenditi tempo per dare, perché il giorno è troppo corto per essere egoisti”, scrive Neruda. Quando il tempo per noi sarà finito, tutto ciò che resterà saranno le cose che abbiamo lasciato, affinché altri continuino quello che noi abbiamo iniziato. Affinché, nella fitta trama del tempo, ci sia una breccia, un piccolo spiraglio che fa luce sul nostro volto, sulla nostra vita.
E il tempo non dimenticherà.
Alessandra Iorio
V Z

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