Oggi, 9 febbraio 2024, le classi dell'indirizzo classico II, III, IV e V Z del nostro istituto, il "Liceo scientifico statale E.G. Segré", hanno goduto dell'opportunità di partecipare alla celebrazione della "Giornata Mondiale della Lingua e della Cultura Greca", istituita per il 9 febbraio di ogni anno, anniversario della morte di Dionysios Solomos (poeta nazionale greco) nel 2014 dal prof. Ioannis Korinthios, (già presidente della Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche in Italia), sostenuto dai licei classici di Napoli e della Campania, la diaspora in Italia e i filo-elleni di tutto il mondo e, infine, riconosciuta ufficialmente su decisione delle Autorità Elleniche, il 23 febbraio 2017, volta a celebrare il contributo straordinario che la Lingua e la Cultura Greca hanno dato allo sviluppo della civiltà occidentale. Dopo ben dieci anni in cui l'onore di ospitare la tanto attesa ricorrenza è spettato alla "Sala dei Baroni" del napoletano Maschio Angioino, oggi si è ritornati alle ἀρχαί, alle origini: teatro delle rappresentazioni degli studenti è stata, infatti, la Basilica di San Giovanni Maggiore. "Quale luogo migliore", come sostiene il diacono aprendo le danze, "di questa basilica, testimonianza preziosa dei principali periodi storico-artistici della città". Molte, infatti, sono le leggende in circolo circa i motivi della sua costruzione, avvenuta a seguito della concessione imperiale della libertà di culto, a partire dal celebre editto del 313, due le più popolari: se la prima vuole che Costantino abbia desiderato la costruzione della chiesa come ringraziamento per lo scampato pericolo ad un naufragio della figlia Costanza, un'antica tradizione non suffragata però da prove certe, sostiene che la chiesa sorga sul luogo di sepoltura della leggendaria Sirena Partenope che, innamorata del πολύτροπος Odisseo, prova a sedurlo col suo canto, conscia comunque che sarebbe stata poi prossima alla morte; il suo corpo, caduto così fragorosamente in mare, fu portato poi dalle onde fino al golfo di Napoli, precisamente sull’isolotto di Megaride, dove si dissolse, prendendo la forma della città di Νεάπολις (la sua testa è la collina di Capodimonte e la sua coda si posa lungo la collina di Posillipo). È chiaro dunque come "ogni Napoletano abbia nel suo DNA quella cultura che caratterizzava i grandi navigatori greci, nostri antenati" che oggi gli studenti di tutti gli istituti coinvolti, guidati dai loro docenti tutores, si preparano a celebrare, attraverso produzioni teatrali ispirate alle tragedie arcaiche, letture interpretate di passi tratti dai testi di epici, storiografi e filosofi, canti e balli tradizionali e non, antichi e moderni, tutti legati alla tematica scelta per quest'anno: la Δίκη, la Giustizia. Tra i tanti, il nostro istituto si è distinto presentando una suggestiva lettura di passi di classici tratti dalle "Opere e Giorni" di Esiodo, da "Alle Muse" di Solone, dal "Panegirico" di Isocrate , dai "Persiani" di Eschilo, dall'"Antigone" di Sofocle e infine dal "Critone" di Platone, inseriti entro una cornice recitata: la maestra Δίκη tiene una lezione ai suoi discepoli rivelandogli la meschinità della ὕβρις, "l'orgogliosa tracotanza" che molte vittime ha mietuto nella storia greca, e l'importanza di vivere secondo vera Giustizia.
Maria Teresa Palmese, V Z