mercoledì 27 gennaio 2021

Il buio oltre la siepe di Harper Lee, recensione


 “Il buio oltre la siepe” (il cui titolo originale è “To Kill a Mockingbird”, “Uccidere un usignolo”) è un romanzo di formazione della scrittrice americana Harper Lee, pubblicato nel 1960 e subito accolto positivamente dalla critica, tant’è che circa due anni dopo ne venne tratto un film. E’ uno dei libri più letti in Occidente, grazie alla sua storia indimenticabile e ai temi trattati. Racconta le vicende di Scout e suo fratello Jem nella cittadina fittizia di Maycomb, in Alabama, negli anni a cavallo della Grande Depressione, tra il 1933 e il 1935. A Maycomb, il razzismo è un elemento che appartiene all’identità della società, ed è in questo contesto che un lavoratore di colore, Tom Robinson, viene accusato ingiustamente di violenza sessuale. Atticus Finch, persona riservata e timida sulla cinquantina e padre dei protagonisti, viene scelto come avvocato difensore, scatenando non poche critiche nei suoi confronti.

 

Perché è di fondamentale importanza far leggere questo libro nelle scuole? Perché, anche se non ambientato ai giorni nostri, è un’opera che ci riguarda comunque. Non è una storia semplice, gli studenti troveranno non poche difficoltà nel leggerlo, ma tutti gli sforzi saranno ripagati. Man mano che le vicende si susseguono, il lettore è assorto da diversi quesiti, chiedendosi perché sussista una paura nei confronti del diverso, perché si tenda ad assorbire i concetti e i pregiudizi della società in cui si vive e come si può superare l’odio che si incontra. Il tema principale de “Il buio oltre la siepe” è, certamente, il razzismo. La convivenza tra bianchi e neri, in questo contesto, è messa costantemente alla prova. La popolazione di colore si sente emarginata, danneggiata, sfruttata, mentre i bianchi provano un senso di astio e diffidenza. Negli anni in cui si svolge la vicenda, il Ku-Klux-Klan, la terribile setta nata al termine della Guerra di Secessione per ristabilire la supremazia dei bianchi tramite atti violenti e minatori, è stata da poco ritenuta fuori legge, ma la sua influenza negativa sulla popolazione bianca è ancora evidente. Quella che ci presenta l’autrice è, infatti, una società fortemente caratterizzata da disparità e squilibri. Purtroppo, bisogna ammettere che ciò che accade qui non è molto diverso dalla situazione attuale di molte città europee, caratterizzate da un alto tasso di immigrazione e di paura dello straniero. Un esempio può essere ciò che è accaduto a George Floyd, afroamericano assassinato pochi mesi fa dalla polizia. I lettori, attraverso il romanzo, possono vivere, almeno in parte, gli episodi razzisti sulla loro pelle, basandosi sulle esperienze dei protagonisti. 

 

La trama è appassionante, capace di intrecciare sconfitta e speranza contemporaneamente, così come le due linee narrative che procedono parallelamente per poi intrecciarsi nel finale. Inizialmente, infatti, si dà peso alle scorribande estive di Scout, Jem e il loro amico Dill, il nipote di una vicina di casa che ogni estate torna a Maycomb, un ragazzino basso e robusto, ma molto simpatico, che ama raccontare storie false sulla sua vita. I tre ragazzi, condotti dalla loro incredibile fantasia infantile, si recano nei pressi della casa di Arthur Radley, detto anche Boo, di cui si racconta che non sia più uscito di casa a seguito di un crimine commesso in passato con una gang. Quando Scout avrà l’occasione di vederlo, noterà che è pallido, con guance magre e incavate, la bocca larga e gli occhi grigi. Prima di conoscerlo, i tre pensano che sia pazzo e pericoloso, ma in realtà è timido e mite. La seconda macrosequenza, che ricopre maggiore importanza, riguarda le vicende giudiziarie di Atticus, il padre della protagonista. L’uomo è un avvocato dai sani principi morali, principi che cerca di tramandare anche ai suoi figli. Atticus è incaricato di difendere il suo cliente da un’accusa di stupro, e nonostante tutta la popolazione sia contrariata, si batterà affinché Tom, l’imputato, possa ricevere un giusto processo e un verdetto imparziale. Nonostante fornisca tutte le prove necessarie per dimostrare la sua innocenza, purtroppo il cliente viene condannato e ucciso a seguito del suo tentativo di fuga. Era impensabile, infatti, nell’Alabama degli anni ‘30, che un nero riuscisse a vincere una causa contro un bianco. Il processo non mette, però, fine all’odio: Bob, il padre della ragazza che denuncia il crimine, giura vendetta. Jem e Scout, infatti, vengono aggrediti ma riescono a salvarsi solo grazie all’intervento del vicino Boo Radley. Nel romanzo, l’odio sembra essere sempre il vincitore, ma è proprio l’intervento audace dell’uomo a ribaltare la situazione. E’ ribadito spesso che un altro mondo è possibile, un mondo migliore caratterizzato da uguaglianza e pari diritti che saranno proprio uomini come Atticus e i suoi figli a costruire. 

 

Ogni studente dovrebbe leggere questo romanzo, soprattutto perché parla direttamente ai giovani di temi universali. Le vicende sono narrate proprio da una ragazzina, Scout, la protagonista di un percorso di formazione, che matura e cresce grazie alle drammatiche vicende del processo. L’opera è una vera e propria esaltazione dell’infanzia e dell’adolescenza: Scout, Jem e Dill sono tutti personaggi positivi, la cui mente non viene influenzata dagli stupidi pregiudizi e costrutti sociali dell’epoca. I tre ragazzi sono capaci di porsi domande che, nella loro semplicità, permettono loro di ricevere risposte rivelatorie e di considerare un uomo per ciò che è, senza tener conto né della loro condizione, né dal sesso o dal colore della pelle. Tutto ciò è soprattutto merito di Atticus, che educa i figli alla tolleranza e al rispetto degli altri. 

 

Il linguaggio utilizzato è semplice e vi è un frequente uso anche di frasi e proverbi tipici del luogo. E’ uno stile diretto, verosimile al linguaggio di una bimba di sei anni, ma presenta anche parole considerate “non appropriate” per quei tempi, come “cavolo” o “diavolo”. C’è un largo impiego di espressioni rozze e volgari, messe in contrasto con quelle colte e giuridiche dell’avvocato Atticus. 

 

La lettura, nel complesso, risulta positiva e interessante per i messaggi contenuti. Lo stile è coinvolgente, mentre i personaggi sono descritti sia fisicamente che caratterialmente, attraverso le azioni che compiono, con qualche cenno anche alla loro vita o estrazione sociale.


Costantino Diana, II A

Nessun commento:

Posta un commento