venerdì 16 febbraio 2018

Il valore formativo della tradizione

Guardare avanti sì, ma ad una condizione:
“tenere sempre conto della tradizione’. 
E’questo uno dei primi interventi fatti alla Conferenza sul Liceo Classico, tenutasi lo scorso 22 novembre  presso l’Aulario  del Dipartimento di Lettere dell’Università degli studi “Vanvitelli” di Santa Maria Capua Vetere, intervento abbastanza forte, ma essenziale. È riassunto in queste parole, tratte dalla canzone ‘Rinnegato’ di Edoardo Bennato, il fulcro del discorso affrontato sul l’importanza e la valenza del Liceo Classico in una società che, oggidì, lo emargina, lo sottovaluta.
Diversi i ‘processi’ indetti contro questo indirizzo scolastico poiché INUTILE per lo sviluppo sociale. In questo ambito conflittuale, acerrimo nemico del Classico è stato senz’altro l’economia, ormai motore dello sviluppo sociale. 
A controbattere su questo punto c’è l’intervento della Preside dell’Istituto ‘’Pietro Giannone’’ di Caserta
<<Il Liceo Classico forgia menti libere>>.
La Preside ritiene, infatti, che il liceo classico doni all’individuo un’apertura mentis che gli permette di <<affrontare i problemi della vita  spezzandoli e analizzandoli come un testo latino>> e di andare oltre le cose: grosso svantaggio per l’economia, la politica e le loro manovre sinistre. Proprio per questi vantaggi, infatti, in alcuni paesi per entrare a far parte del mondo dell’economia è OBBLIGATORIO sostenere un esame di storia e letteratura greca.
Circa il liceo classico si è anche discusso dell’introduzione di un nuovo metodo innovativo e più semplice con cui trasmettere i contenuti delle discipline classiche agli alunni. Sono diverse le posizioni prese e quasi nessuna favorevole. Paolo De Paolis dice: <<Tutto ciò che è semplice condanna al fallimento>> ; c’è anche chi tende ad escludere l’idea di un metodo più semplice che  escluda lo studio a memoria della grammatica :<<Non si riesce a trovare un metodo innovativo perché si ci basa su testi che prevedono un riferimento costante alla grammatica>>.È quasi del tutto condiviso un metodo abbastanza rigido e organizzato ed è forte e chiaro l’invito a non farsi trasportare dal desiderio di innovazione perché, come precisa la Preside del Giannone, dire che il liceo classico venga innovato è un ossimoro. 
Si prosegue poi con la presentazione del libro di Michele Napolitano intitolato ‘’ Il liceo classico: qualche idea per il futuro’’.
È definito dal prof. Zarrillo <<il libro della passione >>, la passione che Napolitano esprime per il suo lavoro e per il liceo classico presentato nel suo libro come un malato grave che ha bisogno di una diagnosi. Il libro è  suddiviso in due parti: una prima in cui vengono analizzate le diverse difficoltà incontrate dal liceo classico; ed una seconda in cui si discute di didattica, definita "nodo del problema''. È  un libro lucido, utile e passionale.  
          
Raffaella Cecoro IIIZ

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