martedì 18 marzo 2014

Siamo tutti sotto lo stesso cielo



Il 14 Marzo ho avuto il piacere e l’onore di assistere ad un concerto rock tenutosi al teatro di Parigi ‘Le Cigale’, dalle ore 20.00 alle 22.30, di un artista che si presenta con il nome di Miyavi, conosciuto anche con l’epiteto di “Samurai Guitarist”. Miyavi è appunto un cantautore e chitarrista proveniente dal lontano Giappone, il quale ha iniziato la sua carriera nel 1998 passando da un gruppo musicale all’altro, perennemente accompagnato dalla sua chitarra, riuscendo pian piano a conquistare il cuore dei Co-Miyavi (i suoi fan) di tutto il globo con il suo stile e la sua musica. Il carisma e il talento di Miyavi vengono mostrati soprattutto nei generi rock e blues, è apprezzato però non solo per il suo sound, ma anche per le tematiche che affronta nei suoi album. Durante il periodo adolescenziale, si è incentrato maggiormente sulla figura dell’uomo e dei valori in cui crede. Per il musicista, anche se il mondo è pieno di tristezza, noi dobbiamo sorridere, poiché il trucco sta nel lasciar perdere i problemi e  ricominciare da capo ogni volta che una situazione ci sfugge di mano. Da lui si impara che bisogna credere in se stessi, non importa il male che ci fanno gli altri, se si vuole vivere davvero, bisogna amarsi. Nella canzone “Nowheregod”, ad esempio, riesce ad affrontare il tema religioso con le testuali parole: “NO WHERE GOD OR NOW HERE GOD”. Non importa in che dio si creda o se si abbia o meno fede, l’unica cosa in cui bisogna credere non è in Dio o nelle persone, ma in ognuno di noi, perché l’amore parte semplicemente dal nostro cuore. Col passare degli anni, le canzoni non hanno fatto altro che svilupparsi tecnicamente e artisticamente. Con i suoi solo infiniti di chitarra e i suoi modi da superstar è riuscito ad aprire le menti di milioni di persone. Con “Futuristic Lover” non si sofferma più solo sulla religione, ma ci sprona ad apprezzare tutte le culture e le tradizioni. Durante il concerto ha infatti dichiarato: “Sono felicemente sorpreso e commosso da come voi riusciate a ricordare i mie testi in giapponese. Dimostra che non importa la nazionalità o il linguaggio, possiamo tutti essere una cosa sola”. Queste parole sono riuscite davvero a toccarmi dentro, anche perché conosco le circostanze in cui si trova ad operare. Per un artista asiatico è dura affermarsi, non solo nel mondo occidentale, a causa delle continue discriminazioni e insulti che non vengono mai a mancare da parte di gente incolta, ma anche nel mondo orientale ci sono restrizioni di mentalità e continue difficoltà. Parte della Corea ,ad esempio, non riesce a vedere di buon occhio il popolo giapponese e viceversa. Entrambi i popoli portano ancora rancore per le guerre passate che hanno causato perdite non solo economiche,  si arrivò perfino a episodi di cannibalismo nel periodo della guerra fredda. Inoltre nella maggior parte dei paesi dell’Asia, il rispetto reciproco e l’onore vengono prima di tutto. I modi di fare e le tradizioni sono sacre e rispettate. Miyavi non rinnega di certo le sue origini o insulta altri popoli, ma appoggia la mescolanza di tutti i generi,  vuole intraprendere la giusta strada per creare un posto migliore in cui vivere, approfittando del potere che la musica possiede. La musica riesce a riunirci, con lei si possono abbattere i muri che costruiamo intorno al nostro cuore, con lei si possono trasgredire le leggi che il mondo detta e che ci costringe a seguire. Non importa allora  quanto la gente continui a rimproverarmi. Continuate pure a parlare, io intanto resto con le cuffie e con Miyavi che mi suona nelle orecchie.
                Maria Delizia Griffo


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