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Silvia: Mi chiamo Silvia Ige, frequento il primo
anno di liceo, sono nata in Italia, vivo coi miei genitori mentre i miei
fratelli sono in Nigeria. Qui mi trovo bene, sto conoscendo gente nuova.
·
Brandy: Mi chiamo Brandy, anche io sono nata in Italia ma sono Americana.
Diciamo che non sono ancora arrivati i documenti ma preferisco l’America.
La scuola italiana e
quella americana… quali delle due preferisci?
·
Brandy: E’ uguale! Cambia solo la lingua.
La scuola italiana e
quella nigeriana… quali delle due preferisci?
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Silvia: La scuola italiana è molto diversa perché
qui i professori sono più vicini ai ragazzi mentre in Nigeria basta un ritardo
o un’impreparazione subito ti mettono in punizione, ti danno una faccenda da
fare o ti bacchettano. In Italia invece ti mettono o una nota o un voto
negativo solo.
A tal proposito,
ritenete che tali punizioni siano una cosa positiva o negativa?
·
Brandy: Positiva perché dopo studiano, negativa perché fa male.
·
Silvia: Posit….positiva e negativa! Positiva perché
studi per evitare le bacchettate.
Non credete invece
che i docenti approcciandosi in un modo più pacifico e sereno con gli alunni
possano coinvolgerli allo studio?
·
Silvia: Sì, infatti alcuni professori italiano
questo lo fanno e fanno bene, però ci sono alcuni ragazzi testardi che non
vogliono le maniere dolci, calme e belle ma quelle forti. Ad esempio mia nipote
ha la mia stessa età ed è più brava di me a scuola e tra due anni andrà
all’università perché ha fatto il salto, quindi non ci vuole solo una
professoressa per portare i ragazzi ad una vita composta ma anche i genitori.
Mia madre è una maestra nigeriana quindi se una madre ti porta a rispettare una
maestra, una professoressa i ragazzi vanno in alto. Invece qui se un professore
dice che i figli non studiano le madri si mettono con i figli contro le
professoresse e io credo che le mamme si debbano fidare delle professoresse.
Avete un professore
preferito?
·
Brandy: Ancora no!
·
Silvia: Diciamo che non ci sono professori che mi
trattano con il cucchiaino, però tutto bene.
Passiamo ad
altro…Cosa non ti piace dell’Italia?
·
Brandy: L’inquinamento,
alcune genti, l’ambiente in generale.
·
Silvia: L’inquinamento c’è ovunque però ci sono alcune
zone in cui ce n’è di più, come qui a Casale. Quello che mi piace dell’Italia è
che c’è più libertà! Ad esempio in Nigeria di sera i ragazzi non possono
uscire, ecc.
Tre cose fondamentali
per te nella vita…
·
Silvia: La famiglia, l’insegnamento a scuola, la
libertà di chiesa (di culto ndr.)
·
Brandy: I miei capelli (ride,
ndr.) La famiglia, l’educazione e la libertà dei ragazzi di essere ciò che
vogliono.
A cosa aspirate per il
vostro futuro?
·
Brandy: Diciamo che non
tutti i sogni si realizzano, ad esempio vuoi essere questo e diventi
quell’altro. Vorrei fare il medico o l’avvocato.
·
Silvia: Prima la mia scelta
dipendeva su mia nipote che sceglierà o giurisprudenza o medicina. All’inizio
mi piaceva medicina però ora ho cambiato perché mi piacerebbe fare la polizia
scientifica.
Brandy ha detto che i
vostri sogni sono ostacolati, irrealizzabili…perché?
·
Brandy: Forse dipende da
me, la sfortuna, boh, ma non mi fermo così!
Se ti dico “UGUAGLIANZA” a cosa pensi?
·
Brandy: L’uguaglianza è essere uguali
senza pensare al colore ma alle altre cose, al cuore e…!
·
Silvia: L’uguaglianza
per me è evitare razzismo
Siete mai state
discriminate?
·
Brandy: Sì, qualche volta sì, ma non
ci ho fatto caso perché sono ignoranti!
·
Silvia: Sì però erano
immaturi e quindi non li mai ho pensati, non ci ho mai sofferto.
…Libertà…
·
Silvia: Libertà di
esprimere il proprio carattere, volere, qualunque cosa..
·
Brandy: Libertà di non nascondersi
per piccole cose, piccoli insulti e affrontare la cosa, non con serenità, ma
forse con la violenza. (ride, ndr.)
“Nessuno può essere
tenuto in condizioni di servitù o schiavitù”. Cosa pensi a riguardo?
·
Brandy: Ognuno è padrone di se
stesso!
·
Silvia: Giusto, nessuno
può essere tenuto contro la sua volontà!
Finisce così l’intervista della
rubrica “Culture of my (I)school” ideata
da Gianluca Della Corte con la speranza che questa non sia soltanto una rubrica
muta bensì un punto di partenza che riesca ad esternare voci echeggianti in
grado di stimolare apertura ad una nuova cultura, una nuova epoca.
Gianluca Della Corte
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