Ogni anno scolastico, come
di consueto, inizia coi suoi malcontenti, novità, scioperi, sit-in, e chi più ne ha, più ne
metta: credo che, più o meno, sia così in tutte le scuole. D’altronde, dove non
c’è polemica, non c’è dibattito e di
conseguenza non ci sarei nemmeno io a battere in maniera fiscale queste poche
lettere. Come si può notare da diversi miei articoli , ho sempre avuto una
posizione ferma per non dire chiara, per quanto riguarda quelle che sono le tematiche
scolastiche affrontate durante i sopracitati sit-in, non poche volte ho preso
io stessa la parola. Questa volta invece sono rimasta talmente allibita che,
anche ora, non so da dove cominciare a scrivere. Se dovessi fare un articolo in
cui mi si chiede di esprimere la mia opinione al riguardo, verrebbe un tomo di proporzioni colossali; ai
pochi lettori che abbiamo non interessa
e d’altronde, meglio così, già mi sono dilungata troppo e non voglio
assolutamente che questa diventi una pagina di diario personale.
A rigor di cronaca, non
posso far altro che riportare le tematiche affrontate, ma del resto, mi è
tremendamente difficile non parlare di alcuni di quelli che ritengo disagi
comuni per tutto l’istituto, forse lo farò a piè di pagina.
Stamattina, oltre che
all’avviso sul gruppo Facebook “Amici del Segrè” – gruppo che tra l’altro si è
trasformato in uno spaccio illegale di libri che farebbe invidia ai boss del
mercato nero- è stato fatto circolare nelle classi un messaggio da
parte dei rappresentanti di istituto, in cui si motivava la decisione di
svolgere un sit-in, che allego di
seguito:
COMUNICATO STAMPA
UNA SCUOLA... UN DISAGIO!
Siamo liceali italiani che vivono sulla propria
pelle politiche di austerità; siamo gli studenti del sud che vedono più,
rispetto ad altri, negati i propri diritti; siamo studenti che vogliono far
sentire la propria voce!
Il nostro disagio risale alla volontà di ampliare
l'offerta formativa in un paese dove alta è la dispersione scolastica.
Fatta richiesta, dall'ex. D.S. Prof.Domenico
Rosato, agli enti locali competenti di aumentare da due a quattro gli indirizzi
di studi (da Liceo Scientifico, Classico all'aggiunta di Liceo delle Scienze
Umane, e Linguistico) ed ottenuta l'autorizzazione, nel maggio 2013 si scopre
che l'Istituto "E.G. Segré" non dispone di aule a sufficienza per
trentacinque classi. Siccome in data su detta le iscrizioni ai nuovi corsi
erano già fatte, il Consiglio d'Istituto si è visto costretto a trovare
soluzioni per garantire l'adeguato servizio. Il CdI ha optato per il sistema di
rotazione settimanale che prevede sei ore giornaliere, a differenza delle
cinque, nel rispetto delle trenta ore settimanali. Il disagio è aggravato dalla
grande presenza di un'edilizia scolastica ormai in declino -più volte
segnalata-, dalla locazione in estrema periferia dell'Istituto su detto, dalla
scarsa efficienza dei trasporti pubblici, e dagli ingorghi che si vengono a
formare in orario di uscita che ci vedono impossibilitati dalle 14:30 fino a,
minimo, le 15:00.
Con tale, gli studenti del liceo "E.G.
Segré" di San Cipriano d'Aversa, e i loro rappresentanti, vogliono dare
eco alla propria voce e a quella dell'attuale D.S. Prof. Antonio Amendola.
Siamo vittime di un disagio causato dall'incompetenza e dal disinteresse degli
enti locali (Provincia), responsabili dell'Istituzione Scolastica superiore di
secondo grado.
Chiediamo agli uffici competenti di assumersi le
proprie responsabilità.
Gli stedenti del Liceo “E. Gino Segré”
La Rappresentanza studentesca 2012/13
Devo dire che le
motivazioni ci stanno, le lamentele pure, ma i fatti sono stati tutt’altra cosa.
A differenza dei sit-in
organizzati l’anno passato, questo forse è stato molto più acceso in quanto a
dibattiti, ma poca è stata l’educazione e l’interessamento verso coloro che,
appunto, parlavano e anche verso il Preside.
Uno degli argomenti più
scottanti all’ordine del giorno è stato ovviamente il tema della fatidica Sesta
ora e quello delle rotazioni.
Si è scatenato l’inferno.
Da un lato le classi del 2°
3° 4° anno, dall’altro le “new entry “–come direbbe una prof. di inglese a me
“cara”-, delle classi del Linguistico e Pedagogico. Spartani contro Persiani, ci mancava solo Leonida
che iniziasse ad inneggiare al grido di “QUESTA E’ SPARTA!” Devo dire che le
prime hanno dimostrato uno spirito battagliero che mai ho visto prima d’ora, io
stessa ero ancora una brava persona che
non sputtanava nessuno al primo anno...
Comunque, se le classi della
sesta ora hanno, in un certo senso, una
loro logica a dire che un simile orario è insostenibile da tutti i punti di
vista ,- questo è il momento in cui amo essere una studentessa del classico- non
si può dir nulla alle prime, che ribattono e dicono “ma voi avete un giorno
libero”, e che non vogliono essere
trasferite in un altro istituto, per qual si voglia motivo di trasporto, o altro.
Vorrei aggiungere che trovo oltremodo inutile
usare come pseudo-minaccia “MI TRASFERISCO A CAPUA , TANTO VALE CHE NON MI
ISCRIVEVO E BLA BLA BLA”. Non ci fate
una bella figura, credetemi, svalutate solo voi stessi e il liceo a cui ricordo vi siete iscritte, e,
comunque, non credo che vi troviate tanto più vicino a Capua che ad un altro
edificio di San Cipriano.
Comunque, non c’è da preoccuparsi, state
tranquilli che almeno per quest’anno resterete qui, c’è gente in prognosi riservata al comune e, se mai per i prossimi si decidessero a
sbloccare le aule, spero che verrà fatta una rotazione delle classi al plesso
Serao.
Tutto questo per dire che è
stata fatto una guerra quasi inutile: tra di noi, di fatto, non si risolve
nulla, più che altro dovremmo creare un accordo tra le parti, perché la colpa
non è imputabile a noi , ma semmai a chi
sta sopra di noi. Litigare ed essere disorganizzati non ci porta a nulla. Non
si possono demonizzare le nuove classi perché ci sono, non si può biasimare chi protesta per una Sesta
ora.
Scioperare è bene, se fatto
nel modo giusto.
E’ stata anche valutata la
possibilità dell’utilizzo delle aule di informatica, sì! Dico aule, e non aula, perché, nonostante il tetto ci crolli quasi in testa
, le infiltrazioni di acqua conquistano sempre più classi e ci manca solo che
tra poco arrivi il lupo dei tre
porcellini a soffiare e noi rimaniamo coi banchi per l’aria(citazione di una
mia collega che chiameremo M15 <3); abbiamo la bellezza di non una, signori,
non due, ma tre laboratori che per la maggior parte del tempo restano
inutilizzati. Ecco, adibirle a classi sarebbe una bella soluzione , ma, se come
al solito la colpa è imputabile, non è altrettanto facile smuovere gli animi
dei superiori.
Alla fine è tutto uno
scaricarsi le responsabilità a vicenda : la provincia che non sgancia soldi, la
scuola che decide di ampliarsi e aggiungere nuovi indirizzi, la sensazione di
disorientamento dovuta ad un nuovo assestamento scolastico, io, Pinocchio e la
strega cattiva, è un circolo vizioso da cui non si esce più.
Molto sono stati gli
interventi e inevitabilmente si è finiti a parlare delle attività passate, in
particolare dello sciopero nazionale del 4 ottobre, soprattutto della scarsa
partecipazione e informazione che, confermo, è tanta e del ruolo dei professori
e genitori
Come ha detto il nostro rappresentante
Gianluca Pagano, al primo sciopero dell’anno scorso siamo stati 80 a partire in
pullman, al terzo sciopero non è stato
organizzato più nulla. Anche a quello del 4 sono state solo 11 persone a partire dall’ Istituto, io stessa non vi ho
partecipato, forse anche perché la notizia che era stato organizzata la navetta
mi era giunta solo una sera prima.
Brillante è stato il commento in una prof. intervenuta a sedare gli
animi “ Lo sciopero non deve partire solo da voi , ma dagli insegnanti e
soprattutto dalle famiglie, se vostra madre si lamenta della cucina sporca alle
3, perché uscite alle 2 :30 è la prima a doversi attivare!”cito, testuali
parole… e anche lei, non ha tutti i torti!
Si è parlato anche del problema delle
assemblee di istituto e del fatto che, per via della rotazione, non è possibile
che sia assicurata la presenza di tutti, come non vi era la presenza di tutte
le classi al sit-in, altro punto che va ad aggiungersi alla lista infinita dei motivi
per cui ruotare non è la soluzione migliore, ma forse la più attuabile. Sta
andando tutto a rovescio quest’anno e lo spirito per adeguarci non c’è.
Alla fine della giornata, è
stata portata a termine pienamente solo la prima ora del sit-in. Al suono della
campana delle 13:30, molti sono scattati in piedi, stile galli di Pavlov. Io
stessa mi sono trattenuta pochi minuti in più solo per sentimento giornalistico.
“Ma dove andate ? Non
abbiamo finito”
“Ma je si” – commento di
uno studente medio.
Una
cosa che mi ha particolarmente sconvolto è che
abbiamo avuto modo per la prima volta di ascoltare la voce del nuovo
preside.
Non so voi, ma io
sinceramente quando l’ho visto prender il microfono in mano ha pensato “ Ah
perche? Esiste?”. Tutt’ora non ho la più pallida idea di come sia fatta la
faccia del dirigente, sono quasi
retrocessa a pensare, nei giorni passati, che qualche strana creatura
oscura avesse preso possesso della
presidenza.
Se mai leggerà queste
parole, con tutto il rispetto del mondo, Preside , non si annoia sempre chiuso
là dentro? Sappia che non mordiamo –non ancora- ogni tanto ci farebbe piacere
sentirla e magari vederla un po’ in
giro.
Un’ altra cosa di cui mi
preme parlare è anche la questione del decreto che vieta la presenza di un
‘area fumatori.
Parlandoci chiaro, una cosa
simile è sempre esistita e non ha tutti i torti di esserci, ma negli anni
passati si era trovato una sorta di tacito accordo col vecchio Preside. Si
fumava tranquillamente fuori l’ingresso per non arrecare fastidio.
Adesso, da un lato abbiamo
i fumatori ,sull’orlo di una crisi di nervi, che vanno alla ricerca disperata in un posticino
dove rilassarsi e finiscono inevitabilmente in bagno, dall’altro, ci sono i
non-fumatori , che non riescono ad usare i servizi in pace senza finire a brancolare nel buio della cappa di fumo, per
poi rimanere affumicati a tossire in giro.
Ho esagerato? Io credo di
no!
Secondo il Preside “ questa
è l’occasione giusta per smettere” .
… Se fosse così facile …
Ho infranto la promessa che
avevo fatto all’inizio, sono diventata prolissa e forse anche acida,ma non me
ne vogliate.
Non aveva tutti i torti chi
ha definito la scuola una jungla, io quest’anno la trovo un’ enorme parodia
storica.
Le rivolte, la massa,
l’insofferenza, la volontà di fare qualcosa, gente che strepita, bagni letali
quanto una camera a gas e le porte, di chi dovrebbe sostenerci, chiuse,
sbarrate, come a toglierci la parola.
Castaldo Fabiola
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