giovedì 10 ottobre 2013

Sit-in, Dirigenza e sproloqui vari...

Ogni anno scolastico, come di consueto, inizia coi suoi malcontenti, novità,  scioperi, sit-in, e chi più ne ha, più ne metta: credo che, più o meno, sia così in tutte le scuole. D’altronde, dove non c’è polemica, non c’è dibattito e  di conseguenza non ci sarei nemmeno io a battere in maniera fiscale queste poche lettere. Come si può notare da diversi miei articoli , ho sempre avuto una posizione ferma per non dire chiara, per quanto riguarda quelle che sono le tematiche scolastiche affrontate durante i sopracitati sit-in, non poche volte ho preso io stessa la parola. Questa volta invece sono rimasta talmente allibita che, anche ora, non so da dove cominciare a scrivere. Se dovessi fare un articolo in cui mi si chiede di esprimere la mia opinione al riguardo,  verrebbe un tomo di proporzioni colossali; ai pochi lettori che abbiamo non interessa  e d’altronde, meglio così, già mi sono dilungata troppo e non voglio assolutamente che questa diventi una pagina di diario personale.
A rigor di cronaca, non posso far altro che riportare le tematiche affrontate, ma del resto, mi è tremendamente difficile non parlare di alcuni di quelli che ritengo disagi comuni per tutto l’istituto, forse lo farò a piè di pagina.
 Stamattina, oltre che all’avviso sul gruppo Facebook “Amici del Segrè” – gruppo che tra l’altro si è trasformato in uno spaccio illegale di libri che farebbe invidia ai boss del mercato nero-  è stato  fatto circolare nelle classi un messaggio da parte dei rappresentanti di istituto, in cui si motivava la decisione di svolgere un sit-in,  che allego di seguito:

COMUNICATO STAMPA


UNA SCUOLA... UN DISAGIO!

Siamo liceali italiani che vivono sulla propria pelle politiche di austerità; siamo gli studenti del sud che vedono più, rispetto ad altri, negati i propri diritti; siamo studenti che vogliono far sentire la propria voce!


Il nostro disagio risale alla volontà di ampliare l'offerta formativa in un paese dove alta è la dispersione scolastica.
Fatta richiesta, dall'ex. D.S. Prof.Domenico Rosato, agli enti locali competenti di aumentare da due a quattro gli indirizzi di studi (da Liceo Scientifico, Classico all'aggiunta di Liceo delle Scienze Umane, e Linguistico) ed ottenuta l'autorizzazione, nel maggio 2013 si scopre che l'Istituto "E.G. Segré" non dispone di aule a sufficienza per trentacinque classi. Siccome in data su detta le iscrizioni ai nuovi corsi erano già fatte, il Consiglio d'Istituto si è visto costretto a trovare soluzioni per garantire l'adeguato servizio. Il CdI ha optato per il sistema di rotazione settimanale che prevede sei ore giornaliere, a differenza delle cinque, nel rispetto delle trenta ore settimanali. Il disagio è aggravato dalla grande presenza di un'edilizia scolastica ormai in declino -più volte segnalata-, dalla locazione in estrema periferia dell'Istituto su detto, dalla scarsa efficienza dei trasporti pubblici, e dagli ingorghi che si vengono a formare in orario di uscita che ci vedono impossibilitati dalle 14:30 fino a, minimo, le 15:00.

Con tale, gli studenti del liceo "E.G. Segré" di San Cipriano d'Aversa, e i loro rappresentanti, vogliono dare eco alla propria voce e a quella dell'attuale D.S. Prof. Antonio Amendola. Siamo vittime di un disagio causato dall'incompetenza e dal disinteresse degli enti locali (Provincia), responsabili dell'Istituzione Scolastica superiore di secondo grado.

Chiediamo agli uffici competenti di assumersi le proprie responsabilità.

Gli stedenti del Liceo “E. Gino Segré”
La Rappresentanza studentesca 2012/13



Devo dire che le motivazioni ci stanno, le lamentele pure, ma i fatti  sono stati tutt’altra cosa.
A differenza dei sit-in organizzati l’anno passato, questo forse è stato molto più acceso in quanto a dibattiti, ma poca è stata l’educazione e l’interessamento verso coloro che, appunto, parlavano e anche verso il Preside.
Uno degli argomenti più scottanti all’ordine del giorno è stato ovviamente il tema della fatidica Sesta ora e quello delle rotazioni.
Si è scatenato l’inferno.
Da un lato le classi del 2° 3° 4° anno, dall’altro le “new entry “–come direbbe una prof. di inglese a me “cara”-, delle classi del Linguistico e Pedagogico.  Spartani contro Persiani, ci mancava solo Leonida che iniziasse ad inneggiare al grido di “QUESTA E’ SPARTA!” Devo dire che le prime hanno dimostrato uno spirito battagliero che mai ho visto prima d’ora, io stessa  ero ancora una brava persona che non sputtanava nessuno al primo anno...
Comunque, se le classi della sesta ora hanno,  in un certo senso, una loro logica a dire che un simile orario è insostenibile da tutti i punti di vista ,- questo è il momento in cui amo essere una studentessa del classico- non si può dir nulla alle prime, che ribattono e dicono “ma voi avete un giorno libero”, e che  non vogliono essere trasferite in un altro istituto, per qual si voglia motivo di trasporto, o altro.


Vorrei aggiungere che trovo oltremodo inutile usare come pseudo-minaccia “MI TRASFERISCO A CAPUA , TANTO VALE CHE NON MI ISCRIVEVO E BLA BLA BLA”.     Non ci fate una bella figura, credetemi, svalutate solo voi stessi e  il liceo a cui ricordo vi siete iscritte, e, comunque, non credo che vi troviate tanto più vicino a Capua che ad un altro edificio di  San Cipriano. 


Comunque,  non c’è da preoccuparsi, state tranquilli che almeno per quest’anno resterete qui,  c’è gente in prognosi riservata al comune e,  se mai per i prossimi si decidessero a sbloccare le aule, spero che verrà fatta una rotazione delle classi al plesso Serao.

Tutto questo per dire che è stata fatto una guerra quasi inutile: tra di noi, di fatto, non si risolve nulla, più che altro dovremmo creare un accordo tra le parti, perché la colpa non è imputabile  a noi , ma semmai a chi sta sopra di noi. Litigare ed essere disorganizzati non ci porta a nulla. Non si possono demonizzare le nuove classi perché ci sono, non si può  biasimare chi protesta per una Sesta ora. 
Scioperare è bene, se fatto nel modo giusto.
E’ stata anche valutata la possibilità dell’utilizzo delle aule di informatica, sì! Dico aule,  e non aula, perché,  nonostante il tetto ci crolli quasi in testa , le infiltrazioni di acqua conquistano sempre più classi e ci manca solo che tra poco arrivi il lupo dei  tre porcellini a soffiare e noi rimaniamo coi banchi per l’aria(citazione di una mia collega che chiameremo M15 <3); abbiamo la bellezza di non una, signori, non due, ma tre laboratori che per la maggior parte del tempo restano inutilizzati. Ecco, adibirle a classi sarebbe una bella soluzione , ma, se come al solito la colpa è imputabile, non è altrettanto facile smuovere gli animi dei superiori.
Alla fine è tutto uno scaricarsi le responsabilità a vicenda : la provincia che non sgancia soldi, la scuola che decide di ampliarsi e aggiungere nuovi indirizzi, la sensazione di disorientamento dovuta ad un nuovo assestamento scolastico, io, Pinocchio e la strega cattiva, è un circolo vizioso da cui non si esce più.
 Molto sono stati gli interventi e inevitabilmente si è finiti a parlare delle attività passate, in particolare dello sciopero nazionale del 4 ottobre, soprattutto della scarsa partecipazione e informazione che, confermo, è tanta e del ruolo dei professori e genitori
Come ha detto il nostro rappresentante Gianluca Pagano, al primo sciopero dell’anno scorso siamo stati 80 a partire in pullman, al terzo sciopero non  è stato organizzato più nulla. Anche a quello del 4 sono state solo 11 persone a  partire dall’ Istituto, io stessa non vi ho partecipato, forse anche perché la notizia che era stato organizzata la navetta mi era giunta solo una sera prima.  Brillante è stato il commento in una prof. intervenuta a sedare gli animi “ Lo sciopero non deve partire solo da voi , ma dagli insegnanti e soprattutto dalle famiglie, se vostra madre si lamenta della cucina sporca alle 3, perché uscite alle 2 :30 è la prima a doversi attivare!”cito, testuali parole… e anche lei, non ha tutti i torti!
 Si è parlato anche del problema delle assemblee di istituto e del fatto che, per via della rotazione, non è possibile che sia assicurata la presenza di tutti, come non vi era la presenza di tutte le classi al sit-in, altro punto che va ad aggiungersi alla lista infinita dei motivi per cui ruotare non è la soluzione migliore, ma forse la più attuabile. Sta andando tutto a rovescio quest’anno e lo spirito per adeguarci non c’è.
Alla fine della giornata, è stata portata a termine pienamente solo la prima ora del sit-in. Al suono della campana delle 13:30, molti sono scattati in piedi, stile galli di Pavlov. Io stessa mi sono trattenuta pochi minuti in più solo per sentimento giornalistico.
“Ma dove andate ? Non abbiamo finito”
“Ma je si” – commento di uno studente medio.
Una cosa che mi ha particolarmente sconvolto è che  abbiamo avuto modo per la prima volta di ascoltare la voce del nuovo preside.
Non so voi, ma io sinceramente quando l’ho visto prender il microfono in mano ha pensato “ Ah perche? Esiste?”. Tutt’ora non ho la più pallida idea di come sia fatta la faccia del dirigente,  sono quasi retrocessa a pensare, nei giorni passati, che qualche strana creatura oscura  avesse preso possesso della presidenza.
Se mai leggerà queste parole, con tutto il rispetto del mondo, Preside , non si annoia sempre chiuso là dentro? Sappia che non mordiamo –non ancora- ogni tanto ci farebbe piacere sentirla e magari vederla  un po’ in giro.
Un’ altra cosa di cui mi preme parlare è anche la questione del decreto che vieta la presenza di un ‘area fumatori.
Parlandoci chiaro, una cosa simile è sempre esistita e non ha tutti i torti di esserci, ma negli anni passati si era trovato una sorta di tacito accordo col vecchio Preside. Si fumava tranquillamente  fuori  l’ingresso per non arrecare fastidio.
Adesso, da un lato abbiamo i fumatori ,sull’orlo di una crisi di nervi, che  vanno alla ricerca disperata in un posticino dove rilassarsi e finiscono inevitabilmente in bagno, dall’altro, ci sono i non-fumatori , che non riescono ad usare i servizi in pace senza finire a  brancolare nel buio della cappa di fumo, per poi rimanere affumicati a tossire in giro.
Ho esagerato? Io credo di no!
Secondo il Preside “ questa è l’occasione giusta per smettere” .
… Se fosse così  facile …  
Ho infranto la promessa che avevo fatto all’inizio, sono diventata prolissa e forse anche acida,ma non me ne vogliate.
Non aveva tutti i torti chi ha definito la scuola una jungla, io quest’anno la trovo un’ enorme parodia storica.
Le rivolte, la massa, l’insofferenza, la volontà di fare qualcosa, gente che strepita, bagni letali quanto una camera a gas e le porte, di chi dovrebbe sostenerci, chiuse, sbarrate, come a toglierci la parola.



Castaldo Fabiola 

Nessun commento:

Posta un commento