Donne e rispetto
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«Violenza non è solo uccidere un altro.Violenza anche quando usiamo parole mordaci, quando facciamo un gesto per scostare una persona, quando obbediamo per paura. Violenza non è solo strage organizzata in nome di Dio, della società o della patria. La violenza è molto più sottile, molto più profonda» - Jiddu Krishnamurti
Avremmo voluto sperare che, in una società avanzata civile e democratica, le pagine dei giornali non si nutrissero di storie di abusi, stupri e femminicidi. Nel corso degli anni, diverse istituzioni si sono impegnate nella tutela della donna; difatti, nel 1999, le Nazioni Unite hanno deliberato che il 25 novembre venisse considerato come la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Durante la settimana che va dal 20\11 al 25\11, il nostro liceo ha dedicato diverse attività all’approfondimento di questo tema. Le classi 3As, 3P, 3Q, 4L, 4R, 4Z e 5D hanno assistito, presso il Teatro della legalità di Casal di Principe, allo spettacolo “Storie di donne”, incentrato sulle peripezie di quattro prostitute. La compagnia teatrale era variegata: diverse generazioni, storie e filosofie a confronto hanno dato vita ad uno spettacolo, sì crudo, ma anche toccante. Dopo la rappresentazione abbiamo avuto l’opportunità di intervistare gli attori e il produttore e siamo venute a conoscenza della convergenza tra realtà e racconto, in quanto una delle attrici ha vissuto sulla propria pelle il dolore di un abuso.
G: «Qualche monologo è basato su una storia vera? Se
sì, come ha influito sulla vostra vita?»
A: «Il monologo
affidatomi non era quello che avete visto, era completamente diverso. Siccome
da ragazzina ho subito un abuso da parte di mio zio, per aumentare la
veridicità della scena, mi è stata affidata proprio la parte che ha dato vita
all’intero spettacolo. Con il passare del tempo ho trovato la forza di
rincorrere il mio sogno: quello di diventare un’attrice. Oggi parlo a voi come
parlo alla donna che sono diventata: sono ferite che rimarranno in eterno. Ma
da questo dolore ho tratto il coraggio per perdonare il mio aguzzino. Il
messaggio che voglio lasciarvi è che la forza è dentro di noi, non vi lasciate
mai dire dagli altri come vivere e cosa fare. Abbiate personalità!»
G: «Dunque è giusto perdonare chi commette un crimine
del genere?» P: «In quanto fondatore di un’associazione contro la
violenza di genere e contro la discriminazione voglio fare un appello a tutte
le giovani donne che leggeranno quest’intervista: non accettate mai
l’ultimo appuntamento! Questi uomini sono disperati:
il loro ego e la loro frustrazione li spinge a compiere atti immani, perdono il
senno, diventano causa e ragione della vostra fine. Quindi lottate, per voi,
per la vostra dignità, per i vostri sogni, per chi l’ha fatto prima di voi e
per chi lo farà dopo: ragazze, lottate!»
Gli attori ci hanno congedato con un affettuoso saluto e qualcosa su cui
riflettere. Nel
2017 si annoverano 114 femminicidi: ma quante donne, ragazze, come noi e come
voi, subiscono ogni giorno questi abusi e non hanno il coraggio di denunciarli? Nella giornata del 25\11\2017, il liceo Segrè si è impegnato nella causa
già dal vestiario, infatti ogni componente del corpo scolastico, femmina o
maschio che fosse, indossava qualcosa di arancione in onore dell’”Orange Day”
per il supporto e la difesa delle donne.
Le ultime due ore di
lezione sono state dedicate al cineforum per proporre delle iniziative, per
attirare l’attenzione sulle vittime di soprusi e per parlare della necessità di
rendere il nostro ambiente sicuro per le donne e le ragazze. L’attiva
partecipazione della parte maschile, ci ha fatto meditare sul loro ruolo: quanti
di loro avranno mai spintonato, percosso o anche “solo” insultato una donna
senza riflettere? Abbiamo posto la domanda e la risposta è stata: «I veri
uomini sono femministi!».
Un pregiudizio senza età ha creato, con un’educazione
diseguale e opprimente, un’apparente
inferiorità del sesso femminile; noi donne siamo considerate meno spendibili, meno
autorevoli. Dobbiamo imporci, essere sempre due volte più brave e più capaci, per
ottenere lo stesso risultato maschile. È trascorso un lasso di tempo parso
infinito prima che la donna riuscisse a liberarsi dalla schiavitù dell’uomo, adesso
le tocca liberarsi del mito dell’inferiorità per rendersi pienamente conto
delle sue potenzialità. Bisogna, quindi, unirsi per partecipare
attivamente alla lotta, senza avere paura dei pregiudizi, senza essere
infastidite dalla compassione altrui; solo in questo modo nessun potere potrà mai
privare il genere femminile della libertà, di parola o azione.
Vogliamo concludere con una frase del produttore di
“Storie di donne”, che ci ha lasciato piacevolmente sorprese e cariche di
aspettative: "Il
futuro siete voi: il cambiamento è nelle vostre mani!"
Turco Mariagrazia
Di Puorto Nunzia
Piccolo Alessia IVL
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